Highlights 2022 nei mass media: cosa ci portiamo dietro di buono e meno buono quest’anno?

Il bilancio di questo 2022 quando si tratta di mass media italiani è a dir poco denso di avvenimenti che mettono le basi per il futuro

30/12/2022 di Ilaria Roncone

Cosa è stato il mondo dei mass media nel 2022 in Italia e nel mondo? Lo sguardo di Giornalettismo è stato critico, con analisi approfondite in diversi ambiti, e – per finire l’anno in bellezza – abbiamo selezionato quelli che per noi sono stati gli highlights 2022, ovvero quelli maggiormente coperti, più approfonditi e che ci hanno visti – in buona misura – protagonisti nel loro sviluppo.

Il mondo dei mass media è quello che Giornalettismo non ha mai lasciato indietro e che continuerà a presidiare nell’anno nuovo. In tutto ciò che è televisivo, vecchio o nuovo che sia, possiamo trovare passato, presente e futuro del nostro Paese legati attraverso un filo non sempre visibile a una prima occhiata. Ecco che allora, nell’anno che si sta concludendo, abbiamo dovuto tenere conto delle storture e delle accuse alla Rai nella copertura del conflitto tra Russia e Ucraina, con una guerra geograficamente molto vicina a noi che non poteva non essere coperta adeguatamente. Proprio qui si inserisce la significativa portata mass-mediologica di un evento come Pace Proibita di Michele Santoro, che abbiamo avuto modo di seguire. Impossibile tralasciare i mass media nel digitale, ed ecco che un dibattito centrale nel 2022 si è rivelato essere quello dei cookies sui principali siti di news italiani. Nella questione ci siamo entrati – letteralmente – compiendo una attenta analisi delle modalità di gestione dei principali progetti editoriali italiani e delle conseguenze in termini di tracciamento sugli utenti che, ogni giorno, scelgono quei siti per informarsi.

L’ultimo degli highlights di Giornalettismo in questo 2022, infine, è un progetto – Minà’s Rewind – che Giornalettismo ha seguito da vicino parlando con il protagonista. Gianni Minà, celebre giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano che è diventato celebre nel mondo per la varietà dei contenuti prodotti, ha scelto di digitalizzare l’immenso patrimonio di materiali archiviati durante la sua lunga carriera giornalistica e questo è un passo enorme nella conservazione di bene materiali che, per forza di cose, dovranno trovare un posto in archivi digitali affinché il tempo non faccia perdere al mondo enormi patrimoni culturali.

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La copertura dei mass media italiani del conflitto in Ucraina

Nel conflitto tra Russia e Ucraina una cosa è stata chiarissima sin sa subito: la copertura mediatica – sia che avesse come frutto prodotti televisivi sia che avesse come frutto prodotti per i media digitali – non è facile. Il contesto è quello in cui, sin da dubito, è stato chiaro a tutte le redazioni quanto sarebbe stato difficile districarsi in un panorama di notizie e contenuti pubblicati dalle televisioni e in rete anche appositamente per confondere le acque (esistono falsi fact checking appositamente creati per fare disinformazione in Ucraina).

Il ruolo dei mass media italiani, in questo senso, non è stato dei migliori e gli articoli elencati qui sotto evidenziano buona parte delle volte in cui il lavoro è stato fatto in maniera non professionale, non deontologicamente corretta e approssimativamente o – comunque – in una maniera tale che ha dato vita a dibattiti centrali anche per giorni (abbiamo analizzato una questione su tutte, per esempio, nell’articolo «A ruota libera come Lavrov o interrotti come la giornalista russa a DiMartedì (che dice di essere stata censurata)?»). Con conseguenze evidenti che, necessariamente, vanno fatte presente e tenute in considerazione.

A proposito di Pace Proibita di Santoro, è evidente come la voce del giornalista abbia fatto da megafono a una porzione di popolazione che ci teneva a ricevere una narrazione diversa della guerra, che tenesse conto dell’obiettivo comune della pace.

Cookies siti informazione italiani: come si comporta l’editoria nel tracciamento?

Questo è stato l’anno in cui si sono accesi i riflettori su quanto stabilito dal Garante della Privacy italiano in materia di gestione cookies e su come i siti di informazione italiana stanno (o non stanno) gestendo adeguatamente la cosa. A tal proposito, abbiamo scelto di mettere in piedi un osservatorio permanente sulle testate giornalistiche che utilizzano i cookies per capire quali sono le varie scelte – più o meno in linea con il regolamento – e quali sono le conseguenze sugli utenti.

C’è chi ha provato ad allargare il più possibile il concetto di cookie tecnico, approfittando della casistica piuttosto generica prevista in questa definizione data dal Garante, al netto del fatto che definire puntualmente ogni cookie tecnico potrebbe portare inevitabilmente a rendere pesante e illeggibile qualsiasi documento più corposo.

Tenendo presente anche quanto fatto in Francia in questo contesto – il CNIL ha scelto di consentire una policy cookies che prevedesse la sottoscrizione di un abbonamento a prezzo congruo come alternativa all’istallazione dei cookies -, vediamo cosa hanno scelto di fare i singoli siti di informazione italiani (almeno i principali) in questo 2022 con i cookies.

Il valore di Minà’s Rewind, ovvero l’importanza della digitalizzazione del lavoro dei giornalisti

Nel bilancio di quest’anno, parlando di mass media e di lavoro giornalistico, assume una certa importanza il passo compiuto da Gianni Minà. Partendo anche da una raccolta fondi su Produzionidalbasso, l’immenso archivio del giornalista – materiale accumulato in oltre 60 anni di lavoro – è in corso di digitalizzazione sfruttando le nuove tecnologie, come lui stesso ci ha raccontato.

Col primo documento digitalizzato lo scorso giugno è stato avviato un lungo procedimento che ha avuto, come conseguenza virtuosa, il fatto che sia stato lanciato a Rai Play un appello per ragionare su questa stessa questione. La questione della centralità di materiali che sono un patrimonio culturale da preservare e non perdere nel corso del tempo deve infatti essere centrale anche per l’immenso archivio Rai, fatto di immagini, di suggestioni, di memoria storica. Una memoria che va preservata.

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