Il grande biscotto, il caso del Fatto Quotidiano
Si apre, con questo pezzo, un ciclo di articoli che prenderanno in considerazione le policies dei principali gruppi editoriali italiani su questo aspetto del GDPR
07/10/2022 di Gianmichele Laino
Inizialmente, sulla pagina del Fatto Quotidiano – a livello di browser – compare il banner dell’agenzia a cui si appoggia per la consulenza delle questioni relative al GDPR (Clickio). Questo banner prevede correttamente tre opzioni: accettare i cookies e continuare la navigazione, accettare solo in parte i cookies o rifiutarli in toto. Quando si sceglie quest’ultima opzione, tuttavia, compare un ulteriore banner “proprietario” in cui sembrerebbe configurarsi una sorta di cookie wall. O si accettano i consensi o si rifiutano, ma in quest’ultimo caso si chiede di sottoscrivere un abbonamento sostenitore. Grazie a questo abbonamento, ci dice il Fatto Quotidiano, si potrà navigare senza alcun tipo di pubblicità. Nota importante: nella premessa del banner sembra esserci una sorta di equazione o di corrispondenza tra il rifiuto dei cookies e il rifiuto della pubblicità.
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Il banner del Fatto Quotidiano sui cookies
Rispetto al concetto di cookies wall contenuto all’interno delle linee guida del Garante della Privacy (che garantisce alcune eccezioni, in presenza di “valide alternative” all’installazione dei cookies), questo banner del Fatto Quotidiano offre una valida alternativa? Qui si gioca la partita.
Quella proposta è la sottoscrizione di un abbonamento sul quale non compare la pubblicità. Sappiamo, tuttavia, che i cookies non riguardano soltanto la pubblicità, ma anche la profilazione e il tracciamento dell’utente stesso. Cosa succede se si sottoscrive un abbonamento? Profilazione e tracciamento che fine fanno? Questo sistema individuato dal Fatto Quotidiano trae ispirazione da quanto consentito dal CNIL (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés, omologo del garante della privacy) a Le Monde, che aveva presentato un sistema analogo. Il CNIL consentiva questa policies sui cookies, a patto di individuare un congruo prezzo d’abbonamento per l’accesso ai contenuti.
C’è un problema ai cookies del Fatto Quotidiano
Fermo restando questo precedente – e mancando una posizione ufficiale del Garante da questo punto di vista -, ci sembra di individuare un problema di natura semantica: la comunicazione che si fa al lettore. Messo così può sembrare un aut aut e può risultare piuttosto fastidioso per l’utente. Inoltre, nel banner del Fatto Quotidiano si parla soltanto di pubblicità e non di tutte le altre sfaccettature dei cookies (profilazione, cookies tecnici, tracciamento, ecc.). Essere più chiari da questo punto di vista e affermare con completezza cosa succederà all’utente che deciderà di sottoscrivere un abbonamento dopo aver rifiutato i cookies sarebbe sicuramente più opportuno.
Qual è la nostra valutazione del problema? – Eccola: 🍪 🍪
Si è cercata, con intraprendenza, una formula non appiattita sugli standard per risolvere il problema dei cookies, ma questa formula non è stata ancora perfezionata dal punto di vista della chiarezza del messaggio. Il parere del Garante – che sicuramente arriverà nella valutazione e nelle indagini del secondo semestre – potrebbe confermare o ribaltare il risultato. Alla prossima puntata.
NB. Questo è il primo di una serie di articoli che riguarderanno le policies dei vari gruppi editoriali italiani in merito alla questione dei cookies, delle informative da fornire agli utenti e dalla coerenza di queste ultime con le norme previste dal GDPR