Google sta per rinunciare ai Flocs, ma non se ne parla di tornare ai cookies

Il nuovo sistema di tracciamento pubblicitario dovrebbe chiamarsi provvisoriamente Topics e sarebbe una soluzione intermedia

26/01/2022 di Gianmichele Laino

La lente di ingrandimento che alcune istituzioni europee, a partire dalle osservazioni dell’ecosistema degli editori e degli operatori della pubblicità che operano all’interno dei territori dell’Unione, hanno portato Google a un cambio in corsa per quanto riguarda il nuovo sistema di profilazione degli utenti da condividere con terze parti. Appurato che il sistema dei cookies potrebbe non avere futuro a partire dal 2023, come già ampiamente annununciato dal motore di ricerca, sicuramente il sistema dei Flocs, annunciato da Google come alternativo, sembra già destinato alla pensione. Possibile, invece, che Google offra una soluzione intermedia che ha denominato, almeno in via provvisoria, Topics.

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Topics di Google, la soluzione alternativa ai Flocs

I cookies identificavano in maniera molto precisa l’utente (che, non a caso, doveva accettarli preliminarmente alla visita di qualsiasi sito web), offrendo a terze parti (ad esempio un sito web, un sito di news, un servizio particolare) delle indicazioni per profilare attentamente la pubblicità da offrire a quello stesso utente. Con i Flocs, Google intendeva mandare in pensione questo sistema, ritenuto troppo invasivo per la privacy dell’utente, e intendeva proporre uno strumento basato sugli interessi di coorti di utenti, che – magari – condividevano tutti i medesimi gusti in termini di navigazione. Un sistema penalizzante per le terze parti e per la raccolta dei dati, con un timore in più: che Google, cioè, potesse in qualche modo approfittare della sua posizione dominante in termini di raccolta pubblicitaria per continuare ad avere accesso a dati e numeriche che, altrimenti, alle terze parti sarebbero stati preclusi.

Adesso, viste le continue proteste nei confronti di questo sistema immaginato dal motore di ricerca, Google è sceso ai ripari e ha immaginato una nuova modalità di profilazione degli utenti, che provvisoriamente è stata indicata con Topics. Il motore di ricerca individuerebbe 350 argomenti – escludendo quelli particolarmente sensibili per quanto riguarda orientamento religioso e di genere – all’interno dei quali raggruppare gli interessi degli utenti. Vinay Goel, Product Director del programma Privacy Sandbox di Google, ha provato a spiegarne il funzionamento: in base alla cronologia dell’ultima settimana di navigazione, l’utente viene incasellato in uno dei 350 argomenti indicati dalla mappatura di Google. Sarà il sistema a condividere con il sito e i suoi partner pubblicitari che usi il sistema dei Topics i dati relativi a questo tipo di navigazione per la raccolta pubblicitaria. Che, però, non potrà per forza di cose essere così specifica come lo è adesso con i cookies, ma che riguarderà – in generale – l’argomento sul quale l’utente ha concentrato le sue navigazioni nei giorni precedenti. La sensazione è che nemmeno questo placherà le polemiche intorno al modo con cui Google punta a sconvolgere il mercato dell’editoria e della raccolta pubblicitaria.

Foto IPP/imagostock – Città del Messico

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