Gli editori tedeschi si coalizzano contro Google che vuole rinunciare ai cookies

Una presa di posizione abbastanza compatta che punta a mettere in guardia il gigante del web dalla sua volontà di catalizzare ulteriormente il mercato pubblicitario

25/01/2022 di Gianmichele Laino

Mentre in Italia il tema sta passando sotto traccia, anche se sarà fondamentale per le sorti dell’editoria, in Germania è stato preso molto sul serio. Da qualche tempo, ormai, Google ha annunciato una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda il mercato della pubblicità sul web. Non più la raccolta dei dati dell’utente attraverso i cookies (che permettevano di monitorare gradimenti e comportamenti dei singoli utenti, rappresentando un valore per gli editori che dovevano vendere i propri spazi pubblicitari), ma quella attraverso i Flocs, che puntano a diluire l’identità del singolo utente attraverso il monitoraggio del comportamento di “pacchetti” di utenti.

Meno profilazione verticale, che invece resterà completamente nelle mani di Google, catalizzando ulteriormente la sua posizione dominante nel mercato pubblicitario. Gli editori tedeschi si sono coalizzati per far presente alle istituzioni dell’Unione Europea, nella fattispecie la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, la loro contrarietà al comportamento di Google, chiedendo contestualmente dei provvedimenti appropriati per questo tema.

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Editori in Germania contro Google per la sua policy sui cookies

Le aziende pubblicitarie Zaw e Owm, i principali editori tedeschi Bdzv, Vdz, Omg insieme al gruppo Axel Springer hanno presentato una richiesta formale di protesta presso l’Unione Europea per impedire che Google blocchi l’utilizzo dei cookies di terze parti. Dal momento che Google, attraverso Chrome, ha una fetta importante del mercato pubblicitario online (pari al 60%) questa svolta causerebbe un impatto notevole al mercato pubblicitario editoriale.

Le stime sembrano oscillare da un meno 20% a un meno 70% degli introiti delle società editoriali in seguito a questa scelta organizzativa di Google che sarà operativa a partire dal 2023 (Google ha rinviato di un anno l’applicazione di questo sistema). Evidente che, di fronte a questi numeri, editori e concessionarie pubblicitarie cerchino di fare fronte comune e si appellino alle istituzioni che, nominalmente, sono in grado di poter porre un argine a eventuali irregolarità (anche con sanzioni che possono essere molto salate).

L’iniziativa degli editori tedeschi è estremamente importante e di grande interesse: la reazione dell’Unione Europea a un tema che riguarda la navigazione degli utenti e l’erogazione di un servizio informativo agli utenti stessi da parte degli editori sarà cruciale per determinare il futuro del mercato dell’informazione (e in generale della produzione di contenuti) online nei prossimi anni.

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