L’appello di Santoro sulla guerra, Parlamento dovrebbe «discutere e non esprimere un silenzio assenso»
Siamo in diretta con la conferenza stampa di Santoro e col suo appello al Parlamento per puntare alla pace in Ucraina
17/05/2022 di Ilaria Roncone
La diretta della conferenza stampa di Michele Santoro insieme a Sabina Guzzanti e Marco Tarquinio ha lo scopo preciso di fare un appello al Parlamento: il tema della “Pace Proibita” – al centro della diretta del 2 maggio scorso – e di come i media italiani stanno raccontando la guerra che deve essere portato all’attenzione della politica senza nessuna esclusione. L’evento, che si sta svolgendo presso la sala Walter Tobagi della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), viene trasmesso in diretta dalla pagina Facebook di Giornalettismo.
Quale è lo stato di salute dell’informazione italiana – dall’online al cartaceo, passando per televisioni e radio – parlando della guerra in Ucraina? Come si comporta il servizio pubblico in tal senso? Queste le principali tematiche affrontate in un contesto, quello dell’ultimo periodo, che vede il talk show in cui si parla di guerra al centro di una serie di polemiche per il modo in cui si affronta la tematica e il pluralismo informativo – tema centrale della conferenza – assente sui media.
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Conferenza stampa Santoro “Pace Proibita”, quali sono le richiesta al Parlamento
«Onorevoli signore e signori – inizia l’appello – siamo un gruppo di giornalisti, artisti e intellettuali sinceramente convinti che la decisione di inviare armi in Ucraina sia sbagliata». Il punto della richiesta è quindi subito chiaro. «Condanniamo l’invasione senza se e senza ma. Siamo dalla parte del popolo ucraino, dei civili massacrati o in fuga dalla guerra». Qualche numero dell’iniziativa “Pace proibita”: «400 mila spettatori e, grazie alla rete, più di un milione di spettatori l’hanno commentata e condivisa».
La richiesta di interruzione di una «escalation che minaccia di ferire mortalmente il mondo e la specie umana» è immediata. Non manca il riferimento agli italiani e alle conseguenze della guerra (definite «assai gravi») per «la parte più debole degli italiani, già impoverita dalla pandemia, scaveranno un baratro tra ricchi e poveri, affameranno l’Africa e creeranno una nuova ondata di migranti che si spingeranno verso le nostre coste in cerca di pane».
Al Parlamento si richiede di «discutere di tutto questo e non esprimere un silenzio assenso su una decisione assunta dal governo in maniera burocratica che ci rende di fatto partecipi di attività belliche senza nemmeno consultare i rappresentati del popolo». «La Rai – prosegue la lettera – ha ignorato il nostro evento e la nostra protesta, si è data come ruolo non quello di informare ma di costringere gli italiani a cambiare il loro parere su questa guerra».
Il ruolo dei media
La fabbrica dei fatti è orientata dai telegiornali, il Tg1 ha celebrato la vittoria dell’Eurovision facendo un’interpretazione di guerra di questa vittori. Non si fa appello alla pace, si chiede un sostegno per arrivare alla vittoria finale». Sull’intervento dei giornalisti russi Santoro ha un’idea chiara: infilarli nei talk è «un’operazione un po’ inutile» perché bisognerebbe parlare loro a parte. Citando media esteri, Francia e Usa in particolare, come confronto, i giornalisti della tv di stato non hanno fatto informazione anche su quello che gli ucraini hanno fatto – per esempio – ai soldati russi.