Giornalismo e Intelligenza Artificiale possono convivere?

Due mondi che si sono incontrati e si stanno scontrando. È possibile andare avanti sostenendosi a vicenda?

23/02/2024 di Redazione Giornalettismo

Dalla fine del 2022-inizio 2023 è stata una tendenza. Sappiamo che non hai resistito: hai anche tu ricercato una notizia su ChatGPT, hai anche tu fatto scrivere un testo al chatbot di OpenAI, hai anche tu creato un’immagine attraverso Midjourney. Insomma, hai utilizzato l’intelligenza artificiale per generare qualcosa che non esisteva. E questo, secondo te, non può rappresentare un rischio per la corretta informazione? 

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Quando parliamo di AI, quando parliamo di queste nuove tecnologie che si stanno evolvendo a un ritmo frenetico negli ultimi mesi, stiamo parlando di qualcosa che potenzialmente può replicare all’infinito una serie di fatti, di immagini, di video (pensiamo ai video deepfake) che non sono mai stati girati, scattati o non si sono mai verificati.  

Giornalismo e Intelligenza Artificiale: le criticità

Questo è un problema per chi, all’interno dell’ecosistema dell’informazione, deve gestire quali sono le notizie, quali sono le immagini che possono essere considerate attendibili e quali sono i video che si possono pubblicare. Questo ruolo dell’AI, questa sua complessità effettivamente crea un problema e aumenta il disordine informativo.  

Ma l’AI non deve essere vista per forza come un nemico dell’informazione, non deve essere vista per forza come uno strumento che aumenta la disinformazione: come ogni tecnologia non è per forza buona o per forza cattiva. Esistono usi buoni e usi cattivi dell’intelligenza artificiale: ci sono degli strumenti che si basano sull’AI che possono supportare sia il lavoro del giornalista e del professionista dell’informazione che vuole consultare un elenco molto lungo, che vuole tradurre un testo da una lingua con cui non ha tanta familiarità, che vuole consultare un gran numero di fonti o un gran numero di dati.  

Alcuni strumenti di AI possono anche servire agli utenti dei siti d’informazione: possono analizzare la lingua con cui viene scritta una notizia, il numero di fonti dell’informazione che vengono citate all’interno di quella notizia e, in questo modo, restituire un maggiore o un minore grado di attendibilità rispetto a quel testo. Senza considerare tutti quegli strumenti di AI che vanno a comparare immagini e video con il database di immagini e video già pubblicati su internet.  Insomma, dall’intelligenza artificiale dobbiamo sicuramente guardarci le spalle. Ma dobbiamo essere anche molto bravi a non demonizzarla

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