È finita l’era della pubblicità mirata su Instagram e Facebook?

La decisione urgente e vincolante dell'EDPB europeo mette uno stop sulla raccolta dati per la profilazione "commerciale" dell'utente

05/11/2023 di Redazione Giornalettismo

Instagram e Facebook devono sospendere le loro operazioni di targettizzazione degli utenti per “offrire” loro la cosiddetta pubblicità comportamentale. Lo ha deciso, con una decisione urgente e vincolante, l’EDPB (il Comitato dei Garanti Privacy Europeo) contro Meta. La pratica del tracciamento delle abitudini di navigazione degli iscritti alle piattaforme di social networking è considerata illegale, per via dell’assenza (fino a qualche tempo fa) del consenso esplicito. Si torna, dunque, a parlare anche del valore commerciale dei nostri dati online, con una vicenda partita (tra le tante) dalla Norvegia che nell’agosto scorso ha multato – con una sanzione da circa 90mila euro al giorno – la holding di Zuckerberg per aver proseguito questa pratica.

EDPB contro Meta, arriva lo stop alla pubblicità mirata

Dal canto suo, Meta sostiene di aver corretto il tiro ed essersi messa in pari con la legislazione europea. Soprattutto con l’arrivo degli abbonamenti che consentiranno agli utenti iscritti di evitare il tracciamento (a scopi pubblicitari) pagando una quota mensile. Ma anche questo aspetto è stato giudicato scorretto, visto che la questione del consenso esplicito deve essere concesse a tutti. Gratuitamente. Ma questo sembra essere solamente il primo passo, visto che la “pubblicità comportamentale” è il vero core business di moltissime piattaforme social.

E i guai per l’azienda di Menlo Park non sembrano destinati a finire. Vi ricordate Threads? La nuova piattaforma social rischia già di dover cambiare nome, perché il dominio e il brand è di proprietà di un’azienda di Londra che, tra le tante cose, è stata contattata più volte dagli avvocati di Zuckerberg per la vendita (rifiutata) di quel nome. Ma se Meta piange, Google non ride: il colosso Big Tech rischia di dover affrontare una causa da almeno 5 miliardi di dollari. Tutta colpa della “navigazione in incognito”.

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