Come TikTok Lite può acuire la dipendenza dai social

Il sistema "a premi" potrebbe provocare un aumento di tutto ciò che il DSA - relativamente alla tutela dei minori - vuole combattere

17/04/2024 di Enzo Boldi

Il paradosso è servito. Proprio mentre la Commissione Europea avvia un’indagine su alcuni aspetti che potrebbero non tutelare la salute dei minori, TikTok ha lanciato in due Paesi UE (Spagna e Francia) la versione “leggera” della sua applicazione social. La questione non riguarda gli aspetti tecnici (dimensioni inferiori e minore consumo dei dati), ma l’iniziativa che – di fatto – prevede una remunerazione (seppur minima) per gli utenti che visualizzano una determinata quantità (in termini di minuti) di video o eseguono altre azioni all’interno della piattaforma. Insomma, sembra proprio che TikTok Lite stia andando nella direzione opposta rispetto al Digital Service Act e a tutte le contestazioni finora mosse.

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Facciamo un piccolo passo indietro nel tempo. Era il 19 febbraio scorso quando il Commissario al Mercato interno dell’Unione Europea, Thierry Breton, annunciava l’avvio di un’investigazione nei confronti di TikTok.

Tra le contestazioni mosse alla piattaforma social, c’erano tutti aspetti legati alla tutela dei minori: dal design accattivate che trattiene gli utenti davanti allo schermo, passando per l’age verification, fino ad arrivare all’effetto “Tana del coniglio“. Insomma, tutti aspetti in grado di aumentare la FoMO (Fear of Missing Out).

TikTok Lite, il sistema “a premi” e la dipendenza dai social

Dunque, dinamiche che provocano una permanenza eccessiva degli utenti (ancor più se minorenni) davanti allo schermo, scrollando continuamente e passando di video in video. Una sorta di dipendenza, con quella paura di essere tagliati fuori (FoMO) fagocitata: nessuno vuole perdersi l’ultimo video, l’ultima tendenza o gli ultimi accadimenti attraverso il social network. Da qui la generazione dell’effetto “rabbit hole”, con il mezzo digitale e i contenuti a cui si può avere accesso che rischiano di provocare una distopia tra il mondo reale e quello virtuale. Insomma, come entrare nel mondo di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

E la mossa di TikTok, non tanto con la versione Lite ma per l’introduzione di questa dinamica “premiante”, sembra andare nella direzione contraria. Una sorta di provocazione nei confronti di temi già al centro di un’investigazione della Commissione Europea ai sensi del DSA. La piattaforma ha risposto alle critiche mosse in Spagna e in Francia, ha sottolineato che il tempo massimo utilizzabile per ottenere il massimo dei soldi (quotidiani) raggiungibile (36 centesimi di euro), è di circa 85 minuti. Un tempo limitato? Non molto, trattandosi di quasi un’ora e mezza in una giornata fatta di 24 ore, buona parte delle quali dovrebbero essere destinate ad attività “reali” come scuola, studio, attività fisica e relazioni (anche con la famiglia). E se anche questo limite fosse considerato congruo, c’è da sottolineare come i video su TikTok sono come le ciliegie: uno tira l’altro. Creando quel senso di dipendenza, c’è il rischio che si prosegua a scrollare su e giù per l’app anche dopo aver raggiunto tutti gli “obiettivi giornalieri”.

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