TikTok vi vuole pagare, ma non è tutto oro quello che luccica
L'arrivo in Europa, in Spagna e in Francia, della versione Lite dell'applicazione sembra andare contro il DSA e le indagini europee
20/04/2024 di Redazione Giornalettismo
In passato lo hanno fatto anche altre piattaforme social, quindi non c’è nulla di male e non si tratta di un qualcosa di “nuovo”. Ma ciò che TikTok ha collegato all’arrivo in Europa della versione “Lite” della sua applicazione sembra andare controcorrente rispetto alle indagini avviate – solo due mesi fa – dalla Commissione Europea ai sensi del Digital Service Act. Perché insieme a un minor spazio occupato (in termini di memoria) e di un consumo dei dati di gran lunga inferiore rispetto all’applicazione originale, la piattaforma è sbarcata in Francia e in Spagna “premiando” economicamente gli utenti che la guardano i video e scorrono lungo il feed algoritmico. Piccole cifre, praticamente irrisorie, ma che rischiano di fagocitare la dipendenza da social.
TikTok Lite, tutte le problematiche della nuova app
In Italia non è ancora disponibile (e non è detto che lo diventi a breve), mentre gli utenti Android di Francia e Spagna stanno utilizzando TikTok Lite da alcuni giorni. In pratica, visualizzando video e compiendo altre azioni in app (come iniziare a seguire un determinato account), consente agli utenti di accumulare “monete virtuali” convertibili in tre diversi modi: buoni Amazon, carte regalo attraverso Paypal o crediti utilizzabili durante i live sulla piattaforma. Come detto, non si tratta di tanti soldi: al massimo, ogni giorno un utente può raccogliere quel controvalore pari a circa 36 centesimi.
I motivi di questa strategia sono piuttosto oscuri, come si evince dal fatto che questa novità non sia stata annunciata in pompa magna da TikTok. Anche perché, la Commissione Europea sta indagando proprio sul comportamento della piattaforma nei confronti della tutela della salute dei minori. E tra le tante contestazioni c’è anche quella relativa a un design, un algoritmo e un’infrastruttura digitale in grado di acuire l’effetto “Rabbit Hole” e la FoMO. La remunerazione economica basata sul tempo di permanenza in app e il coinvolgimento (attraverso like e altro) dell’utente sembra andare proprio nella direzione opposta.