Stupro di Palermo: dal divieto del porno online all’utilizzo dei social, dobbiamo imparare molto

Dal divieto del porno all'utilizzo di TikTok e di Telegram, i social e internet sono stati protagonisti nel caso dello stupro di Palermo

27/08/2023 di Redazione Giornalettismo

Prima Palermo, poi Caivano. Negli ultimi giorni sono emerse le notizie di due stupri di gruppo ai danni di una giovane e due giovanissime (tredicenni) avvenuti a inizio luglio in due luoghi diversi. Dopo la notizia del primo la ministra Roccella è tornata a parlare – dopo che in Italia, in Europa e nel mondo altri lo hanno già fatto a più riprese – della limitazione del porno online per i minori.

Dal porno online all’utilizzo dei social, internet è un altro attore del caso dello stupro di Palermo

Un ragionamento che sembra collegare a doppio filo la fruizione del porno con il commettere crimini di questo tipo. Quello che occorre fare, considerato anche che la limitazione del porno appare tecnicamente impossibile, è pensare a un’educazione al porno. Educazione al porno, al consenso, all’affettività e alla sessualità che – in Italia – non esiste nelle scuole pubbliche e viene fornita solamente da alcune realtà che operano anche attraverso piattaforme.

Considerato anche il provvedimento del Garante della privacy sulla diffusone del video di Palermo su Telegram – con cui si ricorda cosa comportano propagazione e condivisione anche se non si è stati gli artefici materiali del contenuto -, abbiamo fatto una riflessione finale su tutti gli errori emersi nell’utilizzo dei social e nella narrazione di questa storia. Diventa sempre più evidente come, quando si ha a che fare con ecosistemi pervasivi e indomabili come TikTok o Telegram, occorra capire e contestualizzare determinati meccanismi

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