Di proposte sul divieto del porno online in Italia ce ne sono state anche in passato

Non è la prima volta che, in Italia, si parla di limitare l'accesso ai siti porno online per proteggere i minori e ognuna di queste volte non ha portato a nulla di concreto

25/08/2023 di Ilaria Roncone

Le proposte sul divieto porno online ci sono da sempre (e sempre ci saranno, probabilmente) e l’Italia non fa eccezione. Nel monografico di oggi siamo partiti con la proposta della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella arrivata in seguito a quanto accaduto a Palermo, lo stupro di gruppo ai danni di una diciannovenne e troverà sicuramente altro spazio di espressione dopo l’uscita – nella giornata di oggi – della notizia sullo stupro di gruppo di Caivano ai danni di due cugine di tredici anni. Vediamo quali sono state, in passato, le altre proposte fatte da esponenti politici italiani.

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Ha senso il divieto del porno online salta fuori regolarmente?

Prima di procedere con lo storico è bene capire un attimo la natura di questo tipo di proposte, che rischiano di diventare proibizioni a tutto tondo senza avere nulla di educativo, e che – come in questo caso – saltano fuori come reazione a casi di cronaca gravissimi. Del porno online, tendenzialmente, si fruisce nel corso di tutta la vita e anche prima che sia possibile farlo – considerato che in Italia l’età minima è 18 anni -. Questo dovrebbe essere un primo punto di intervento, riuscire a controllare l’accesso al porno: si tratta di qualcosa che, a turno, moltissimi Paesi del mondo hanno provato a fare (in Louisiana, da inizio 2023, è necessario presentare la carta di identità provando di avere almeno diciotto anni per accedere a un sito porno).

Quanto ha senso un divieto del genere, che risulta comunque aggirabile? Sembra logico che qui non si tratti tanti di vietare quanto di educare al porno e alla fruizione del porno. Al netto del fatto che chi compie questi atti possa essere stato indotto anche da contenuti porno fruiti, il vero controllo da esercitare dovrebbe essere quello educativo: le scuole dovrebbero intervenire all’età giusta, quella dei primi approcci sessuali e della scoperta del sesso, per spiegare cosa sono film porno e quale è la natura di quel tipo di intrattenimento. A dodici, tredici anni i ragazzi sono troppo giovani? Non lo sono per avere le loro prime esperienze – lo sappiamo tutti – quindi ha senso che iniziamo a chiederci per quale ragione dovrebbero essere per ricevere un’educazione alla fruizione della pornografia.

Divieto porno online, le proposte passate

Siamo nel 2008, il senatore del Pdl Alessio Butti solleva un polverone con la sua proposta, il disegno di legge 664 “Norma per la corretta utilizzazione della rete Internet a tutela dei minori“. Il testo parla chiaro e prevede l’oscuramento di ogni sito internet classificato come pornografico o offensivo del buon costume con pene fino a cinque anni di carcere per le persone che pubblicano scene di sesso sul web. La proposta prevedeva, tra le altre cose, il divieto di navigazione dall’Italia verso tutti i siti porno del mondo.

Ci ha poi riprovato la Lega con un emendamento inserito nel 2020 nel “decreto giustizia”, con primo firmatario Simone Pillon. La proposta, allora, è stata quella di bloccare in automatico i contenuti pornografici sa tutti i collegamenti internet, una sorta di parental control con un filtro che valesse sia per i dispositivi fissi che per quelli mobili. Peccato solo che il filtro sarebbe stato applicato in maniera automatica su tutte le utenze, a prescindere dal fatto che potessero essere utilizzate da minori, e che si sia proposti di rimuoverlo solo se il consumatore maggiorenne intestatario del contratto avesse inviato una specifica richiesta al gestore del servizio.

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