Perché c’è stato il primo sciopero contro X

Un appello rilanciato dalle pagine di Le Monde: No Twitter Day. Le ragioni sono molte e le colpe sono tutte di Elon Musk

29/10/2023 di Redazione Giornalettismo

Un anno fa, Elon Musk entrò negli uffici di Twitter a San Francisco portando con s’è un lavandino. Un messaggio per dire a tutti “Fatevene una ragione”. Era il 27 ottobre del 2022 e 365 giorni dopo la piattaforma sta raccogliendo i cocci di una gestione tutt’altro che oculata. E proprio in occasione di questo “compleanno”, c’è stato il primo sciopero contro X, lanciato da alcuni giornalisti, analisti e collaboratori del prestigioso quotidiano francese Le Monde. L’invito, per 24 ore, a non pubblicare nulla sulla piattaforma al grido di “No Twitter Day”.

No Twitter Day, il primo grande sciopero contro X

Perché questa mobilitazione? Le motivazioni sono molte: si parte dalla disinformazione che continua a imperare (anzi, è ancora più diffusa) su X, si passa ai licenziamenti di massa e alla cancellazione del team di moderazione, per poi arrivare al sistema di algoritmi che “premia” gli utenti che pagano l’abbonamento (a prescindere dalla veridicità dei post che pubblicano). Insomma, la piattaforma è diventata un vero e proprio pantano, dove l’informazione non ha un grande spazio. Basti pensare all’ultima “ripicca” di Musk contro il New York Times, a cui è stato rimosso il badge dorato dal profilo. A tutto ciò si aggiunge l’aumento del prezzo delle API di X: visti i costi elevati, è sempre più difficile accedere agli archivi della piattaforma ed effettuare un fact-checking su molti aspetti. Come il conflitto in Medio Oriente.

Ma l’uomo più ricco del mondo va avanti nelle sue idee, lanciando la possibilità di effettuare chiamate e videochiamate direttamente dall’app. Il tutto mentre le banche che hanno contribuito – attraverso un finanziamento da 13 miliardi di dollari – all’acquisizione di Twitter da parte di Musk si stanno leccando le ferite. Per loro, nel giro di un solo anno, la perdita stimata è di 2 miliardi. E le cose non sono destinate ad andare meglio.

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