Il primo sciopero della storia contro Twitter. Pardon, X

Oggi, 27 ottobre 2023, è il primo "compleanno" della gestione Musk. A proporre l'interruzione, per 24 ore, delle pubblicazioni sul social è il quotidiano francese Le Monde (con alcuni ricercatori)

27/10/2023 di Enzo Boldi

Un primo compleanno con pochi festeggiamenti. Esattamente un anno fa, Elon Musk entrò negli uffici di Twitter a San Francisco portando con sé un lavandino di ceramica. Una provocazione accompagnata non solo dal gesto, ma anche da una frase: «Let’s that sink in» (con “sink” che vuol dire anche lavandino), che può essere tradotta con «fatevene una ragione». Ben 44 miliardi di dollari per acquistare una piattaforma social che nel corso degli ultimi 12 mesi è stata stravolta. Modifiche, abbonamenti, cambio di denominazione, libertà di parola che ha un valore maggiore solo se si versa l’obolo mensile. Il tutto condito da licenziamenti e tagli (quasi completi) al team di moderazione. E proprio per questo, in occasione del primo anniversario della gestione Musk, oggi è stato indetto il primo sciopero contro Twitter, al grido di “No Twitter Day“.

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Già la scelta dello slogan/hashtag per annunciare e perpetrare questa mobilitazione social (senza usare il social contestato) è molto polemica nei confronti della gestione Musk: non si cita “X“, il nome nuovo scelto dall’imprenditore di origine sudafricana, ma Twitter. Dunque, quel passato che oramai non esiste più. Non solo nella denominazione, ma anche nelle caratteristiche e nelle funzioni. Ma anche perché i team che prima gestivano delle parti fondamentali della piattaforma – come quello dedicato alla moderazione (dal linguaggio dell’odio alle fake news) che è stato soppiantato dalle poco credibili (come confermato da alcuni componenti) Community Notes – sono stati cancellati.

No Twitter Day, lo sciopero social contro la gestione Musk

A promuovere il primo sciopero della storia contro X, il No Twitter Day, è stato il prestigioso quotidiano francese Le Monde che, tra le sue pagine, ha pubblicato nei giorni scorsi un appello alla mobilitazione contro tutte le storture diventate un elemento fondante della piattaforma sotto la gestione di Elon Musk.

«Un collettivo lanciato da Tristan Mendès France, Julien Pain e Rudy Reichstadt, specialisti nella lotta alla disinformazione, invita, in un articolo su “Le Monde”, a non utilizzare per 24 ore la piattaforma acquistata da Elon Musk, al fine di denunciarne gli abusi». 

L’invito è quello di astenersi dal pubblicare post, link, foto e video su X per 24 ore nella giornata di oggi, 27 ottobre 2023. Il primo anniversario della gestione Elon Musk.

Dalla disinformazione ai licenziamenti

L’appello è stato raccolto da molte persone, anche se i reali e concreti effetti di questa mobilitazione si vedranno solamente nei prossimi giorni. Uno sciopero che arriva proprio nel momento in cui la piattaforma acquistata per 44 miliardi di dollari sta vivendo la fase più complessa e controversa. Le modifiche volute da Elon Musk (l’ultima è la trasformazione di X in una app anche per effettuare chiamate e videochiamate), hanno snaturato la natura stessa del social. Ovviamente in alcuni casi si tratta di modifiche per rispondere alle esigenze e all’evoluzione del mercato. In altre, però, si tratta di prese di posizione dell’uomo più ricco del mondo. Come il suo grido sulla volontà di concedere a tutti la “libertà di espressione e di parola“.

A che prezzo? Pagando un abbonamento. Perché da qualche mese, chi versa un obolo mensile attraverso la sottoscrizione di X Premium (quel che era Twitter Blue), ottiene la famosa spunta blu. E non si tratta più di un distintivo di autenticità e affidabilità. Oggi anche il “signor @Paperotto74” può essere “certificato” e diffondere al mondo visioni distorte della realtà. Perché pagando, i post (ex tweet) hanno una maggiore rilevanza nel feed dei “Per te”. Dunque, l’algoritmo premia chi paga. E lo fa anche con i contenuti falsi e le bufale, perché il taglio del personale e la cancellazione del team di moderazione hanno tolto qualsiasi credibilità alla piattaforma. Oggi Giornalettismo andrà nelle pieghe di tutte queste problematiche che hanno portato a questo sciopero contro X. E anche noi, per oggi, seguiremo il No Twitter Day.

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