Basta un ddl per scongiurare un uso “non etico” dell’AI?

Il testo approvato ieri dal Consiglio dei Ministri

27/04/2024 di Redazione Giornalettismo

L’Italia si appresa ad avere la sua prima legge sull’intelligenza artificiale. Nella giornata di martedì, il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo del ddl AI che contiene alcune disposizioni sul tema. Come assicurato dal Sottosegretario Alfredo Mantovano, ci sono molte convergenze con l’AI Act europeo, ma sono stati anche individuate alcune fattispecie di reato – relative alle manipolazioni di foto e video – che andranno a integrare il codice penale. Confermato anche il fondo innovazione da un miliardo di euro per supportare le startup innovative che utilizzano i processi AI.

Ddl AI, finalmente il CdM ha approvato il testo

Il tema più interessante di questo disegno di legge (che potrà essere modificato con emendamenti dal Parlamento, prima dell’approvazione definitiva delle Camere) è proprio quello dei rivolti penali. Il Ministro della Giustizia Nordio ha spiegato che l’utilizzo di strumenti AI per manipolare foto e video diventerà un’aggravante, con pene che vanno da uno a cinque anni di detenzione. Dunque, arriva una stretta – anche a livello di codice penale – sui deepfake. E non si parla solamente di contenuti di natura intima e sess*ale, ma anche di mistificazione e falsi relativi alla politica. Soprattutto in vista delle scadenze elettorali. E se dal punto di vista giudiziario la palla passa in mano ai giudici, un ruolo fondamentale nell’applicazione di questa legge lo avranno AgID e ACN.

Proprio l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha presentato oggi la sua “Relazione Annuale al Parlamento”. Si è parlato, inevitabilmente, anche di intelligenza artificiale e dei rischi correlati per la sicurezza informatica. A margine dell’evento, Giornalettismo ha avuto il piacere di confrontarsi con l’esperto e docente Marco Camisani Calzolari, con cui abbiamo parlato dell’importanza dell’educazione digitale nelle scuole. Un tema che dovrebbe essere approfondito anche a livello didattico, soprattutto perché saranno i giovani a utilizzare – nel presente e nel futuro – l’AI.

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