Il portale per la raccolta firme a sostegno dei referendum è offline

Non senza difficoltà e ostacoli era stato lanciato sotto il governo Draghi, ma non è mai stato utilizzato. Nonostante le rassicurazioni di Butti, in passato, attualmente il portale per la raccolta firme per i referendum non è attivo

07/05/2024 di Gianmichele Laino

Era il 16 novembre 2022. Pochi giorni dopo la sua nomina a sottosegretario per la Transizione Digitale, Alessio Butti rispondeva così alla sollecitazione di Giornalettismo rispetto al portale di stato per la raccolta delle firme digitali per indire i referendum: «Pur essendo raggiungibile online, la piattaforma non è ancora disponibile per gli utenti essendo oggetto di attività di verifica propedeutiche al rilascio, nonché di aggiornamento e adeguamento alle previsioni del decreto. Solo in seguito sarà possibile garantire la piena operatività della piattaforma». Eppure, contestualmente, nella stessa occasione, il sottosegretario aveva ricordato che il decreto attuativo relativo al funzionamento della piattaforma di raccolta online delle sottoscrizioni per i referendum e i progetti di legge di iniziativa popolare era stato firmato il 9 settembre 2022. Da quel momento in poi, non si sa nulla rispetto alla piattaforma di stato che sarebbe dovuta servire a raccogliere le firme digitali per favorire il processo democratico di organizzazione dei referendum.

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Che fine ha fatto il portale per le firme digitali

Il portale firmereferendum.gov.it, infatti, risulta irraggiungibile, nonostante le premesse legislative per il suo funzionamento ci fossero tutte. Il livello di attenzione rispetto a questo malfunzionamento, tra l’altro, è molto basso perché – secondo quanto previsto dalle normative in vigore – questo portale sarebbe stato utile soltanto in caso di organizzazione di un referendum, mentre invece non si sarebbe potuto utilizzare per la raccolta delle firme relativa alla presentazione dei nuovi simboli elettorali per le europee 2024. Dunque, le rimostranze delle liste che hanno riscontrato problemi nella raccolta delle firme sono state voces clamantis in deserto: non c’è la legge che copre la fattispecie, non può essere contestato il malfunzionamento.

Probabilmente, l’attenzione tornerà a ridestarsi nel momento in cui dovrà essere presentata una proposta di referendum di iniziativa popolare, ma anche allora sarà tardi. Nel frattempo, nel 2023, una raccolta firme (sul sito dell’associazione Luca Coscioni) di 54mila sottoscrittori ha provato a chiedere a gran voce il via libera alla piattaforma, senza ottenere una risposta. E – visto l’andazzo – non dovrebbero esserci novità a breve termine.

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