Butti sul ddl Beneficenza: «Non ce ne sarebbe stato bisogno se qualcuno non avesse fatto il furbo»

Le parole del sottosegretario con delega alla Transizione Digitale. Evidente il riferimento alla cronaca e al caso Ferragni

25/01/2024 di Gianmichele Laino

Sul ddl Beneficenza è intervenuto anche il sottosegretario con delega alla Transizione Digitale, Alessio Butti. L’esponente del governo, in quota Fratelli d’Italia, ha spiegato quali sono state le motivazioni che hanno spinto la maggioranza a fare una riflessione e a presentare una bozza di disegno di legge sul tema. L’intervento sul ddl Beneficenza è stato parte del discorso più ampio che il sottosegretario ha tenuto nell’ambito del convegno, alla Camera dei Deputati, organizzato da Assoinfluencer. In mattinata, infatti, esponenti politici e rappresentanti della categoria si sono confrontati sulla regolamentazione più generale del settore dei content creator, partendo dagli spunti offerti dall’incontro Il ruolo della politica nell’accompagnare un comparto industriale emergente. 

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Butti sul ddl Beneficenza, le parole che non citano la Ferragni, ma ce l’hanno ben presente

Alessio Butti ha scelto di non citare direttamente Chiara Ferragni, anche se il riferimento all’attualità sembra essere piuttosto chiaro nelle sue parole. Il sottosegretario, infatti, ha spiegato il contesto che ha portato a una riflessione sulla regolamentazione del settore della beneficenza, quando questa viene promossa dalle aziende o da soggetti come i content creator.

«Il disegno di legge di oggi è stato ampiamente annunciato dalla presidente Meloni a dicembre. Credo che il governo abbia fatto bene a intervenire tempestivamente, relativamente alla questione della beneficenza. Del resto, non ce ne sarebbe stato bisogno se qualcuno non avesse fatto il furbo».

Il sottosegretario ha poi continuato: «Non ci dobbiamo lamentare se si va a toccare l’impianto legislativo, perché quest’ultimo va ad arginare dei fenomeni e se ci sono i fenomeni questi vanno tutelati. Concludo con un suggerimento: credo molto in questa nuova categoria e nel messaggio positivo che questa categoria può dare. Ma per far questo bisogna far selezione, perché è evidente che in rete si legge e si vende di tutto. Quindi bisogna stare molto attenti e avere dei principi molto chari».

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