Quali sono le ragioni dietro il #notwitterday?

L'iniziativa è partita da tre esperti francesi nell'ambito della disinformazione, che hanno messo per iscritto le ragioni dello sciopero contro Twitter

27/10/2023 di Ilaria Roncone

Oggi, 27 ottobre 2023, è il primo anniversario dal momento in cui Elon Musk è entrato con un lavandino in mano a Twitter che – da quel momento in poi – è stato gestito da lui. Al di là del bilancio economicamente parlando (che è in negativo), dopo un anno possiamo dire che Twitter è cambiato molto. Dalla disinformazione alla visibilità dietro pagamento, fino ai tagli al personale, sono queste le motivazioni dietro lo sciopero contro Twitter (il #notwitterday, per chi sceglie di aderire) promosso dai giornalisti specializzati nella lotta alla disinformazione Tristan Mendès France, Julien Pain e Rudy Reichstadt tra le pagine di Le Monde.

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Sciopero contro Twitter: perché si protesta con un #notwitterday

«Chiediamo agli utenti di X [ex-Twitter] di avviare uno sciopero dei tweet il 27 ottobre, un #notwitterday» è il titolo dell’articolo che, una volta letto, è un chiaro appello allo stop di 24 ore delle pubblicazioni sulla piattaforma acquistata da Elon Musk «al fine di denunciarne gli abusi».

«Il 27 ottobre segnerà il primo anniversario dell’acquisizione di Twitter da parte del miliardario Elon Musk. La piattaforma di microblogging, ribattezzata d’estate “X” , occupa da anni un posto molto speciale nell’economia dell’informazione. Si è affermata come un’agorà globale, al punto che i capi di Stato vi parlano in tempo reale. In quanto tale, ha una notevole responsabilità per il modo in cui è organizzato oggi lo scambio di idee, opinioni e informazioni su scala globale», esordisce l’articolo, riconoscendo una centralità non da poco a Twitter.

Si passa, poi, alla descrizione di ciò che di problematico è accaduto nell’ultimo anno («una serie di sviluppi che sollevano serie preoccupazioni sulla direzione che sta prendendo questa piattaforma»). Dalla riduzione del team di moderazione, che sembra impedire a X di «reagire con la diligenza necessaria per quanto riguarda la cancellazione o la limitazione di contenuti che contravvengono alla legislazione in vigore nell’Unione europea», deriva un aumento della disinformazione, del sostegno al terrorismo, della pedopornografia infantile, dell’incitamento alla violenza e all’odio.

In particolar modo, il riferimento al proliferare di violenza sulla piattaforma viene sostenuto – secondo i promotori dello sciopero – da ciò che sta accadendo in Medio Oriente: «Con la ripresa delle ostilità aperte in Israele e nella Striscia di Gaza, i difetti della moderazione sono diventati spettacolarmente evidenti. Immagini di incredibile violenza, che potrebbero essere viste in qualsiasi momento dai minorenni, hanno inondato il social network. Sono stati accompagnati da un eccezionale flusso di disinformazione. Questa situazione è aggravata dal ritorno sulla piattaforma di centinaia di migliaia di account di disinformazione tossica che erano stati banditi in seguito all’assalto al Campidoglio di Washington del 6 gennaio 2021».

La scelta di rendere Twitter a pagamento con Twitter Blue viene definita come «difficilmente compatibile con la sincera preoccupazione di garantire un accesso equo alla libertà di espressione».

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