Il caso della “spunta dorata” tolta al New York Times su X

La scorsa settimana, il social di Elon Musk ha rimosso per alcune ore il badge di verifica all'account social della testata statunitense (che lo ha spesso criticato)

27/10/2023 di Enzo Boldi

Si è sempre detto un fiero sostenitore della libertà di parola. Ma questo non vale per tutti. Elon Musk ha brandito questo slogan al mondo durante le lunghe e controverse fasi di acquisizione (per 44 miliardi di dollari) della piattaforma social che un tempo si chiamava Twitter. Peccato che la sua “allergia” alle critiche da parte dei giornali sia così tanto evidente da portare a decisioni atte a penalizzare e colpire le testate che ne analizzano (in modo certosino) gli errori nella gestione della sua nuova azienda. L’ultimo caso di una lunga serie riguarda la “spunta dorata” del New York Times, sparita nel corso della scorsa settimana.

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Piccolo preambolo: il NYT è uno dei giornali americani che, nel corso del tempo, ha criticato aspramente molte delle decisioni e delle prese di posizione dell’imprenditore di origini sudafricane. Molte sono state le inchieste e le opinioni raccolte contro la gestione di Twitter (pardon X) ancor prima del 27 ottobre del 2022, giorno in cui si è concluso il lungo percorso che ha portato al completamento dell’acquisizione della piattaforma e dell’azienda che l’ha sviluppata. E proprio alla “scadenza” del primo anno di gestione, ecco il caso della spunta dorata New York Times sparita dal profilo ufficiale.

Spunta dorata New York Times, cosa è successo su X

La prima testa a parlare di questa vicenda è stato il Washington Post che ha sottolineato come quel badge oro (che viene assegnato alle aziende e certifica la veridicità dell’account) sia sparito dal profilo ufficiale X del New York Times nella giornata di martedì e che sia stato sostituto dalla classica spunta blu.

Oggi, infatti, andando sul profilo X del quotidiano newyorkese vediamo campeggiare quella spunta blu, simbolo di un account verificato dall’agosto del 2010. Le altre principali testate a stelle e strisce, invece, ancora sono in “possesso” del badge dorato. E dalla piattaforma non è arrivata alcuna spiegazione sull’accaduto.

Una battaglia che va avanti da tempo

Che Elon Musk sia allergico alle critiche di tutti è cosa nota. Lui stesso, con il suo atteggiamento, è il primo censore di chi ne mette in evidenza i limiti e le forzature (oltre alla disinformazione che continua a perpetrare attraverso il suo account “pompato” da un algoritmo dedicato). Ma quelle del New York Times non le ha mai gradite. Basti pensare che ad aprile, quando ebbe la “geniale” idea di rendere “verificati” i profili a pagamento (senza, in realtà, certificare nulla), decise in autonomia di togliere la spunta blu al quotidiano di NY. E poi, come abbiamo raccontato ad agosto, decise di rallentare la velocità di caricamento dei link (pubblicati su X) relativi ai giornali che lo criticavano. Insomma, si conferma una persona che conduce una piattaforma a sua immagine e somiglianza.

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