X ha rallentato l’accesso ai link dei giornali che criticano Musk

Nella giornata del 15 agosto, testate come Reuters e New York Times hanno segnalato il problema. Stesso destino per i link esterni alle piattaforme "rivali"

16/08/2023 di Enzo Boldi

Era entrato in tackle duro nei confronti delle piattaforme social e della passata gestione di Twitter. Aveva ricevuto il plauso di molti per aver avviato la sua battaglia (rimasta solamente dialettica) nei confronti della protezione della libertà di espressione del pensiero (basti pensare al “reintegro” di Donald Trump). Dichiarazioni solo di facciata, visto che tra utenti “bloccati” e soluzioni al limite della “censura” – attraverso espedienti tecnologici, con il fine di aumentare i ricavi dell’azienda -, Elon Musk ha raccontato una bella favola che nella realtà non sta avendo un lieto fine. Un altro tassello in quella direzione (che arriva poche settimane dopo la causa intentata dalle Major musicali americane per i mancati accordi sulla concessione, in licenza, del diritto d’autore) è arrivato nelle ultime ore, con un improvviso rallentamento nel caricamento dei collegamenti esterni (link) a X. Una problematica evidenziata da alcuni giornali online (che hanno sempre avuto un approccio critico nei confronti dell’imprenditore sudafricano), ma anche da alcune piattaforme social “rivali”.

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Non è ancora chiaro se si sia trattato di un fatto incidentale o con dolo. Sta di fatto che per alcuni giorni alcuni collegamenti esterni X sono stati rallentati sulla piattaforma social guidata da Elon Musk. Nell’elenco dei portali “vittime” di questo problema troviamo note testate di informazione che hanno spesso e volentieri messo in evidenza le contraddizioni del fondatore di Tesla come Reuters e New York Times, ma anche i link che indirizzano gli utenti verso alcune piattaforme “rivali” di quel social che fino a poco tempo fa si chiamava (Twitter).

Collegamenti esterni X rallentati per i “rivali” di Elon Musk

L’inizio del rallentamento, secondo alcune testimonianze, risalirebbe addirittura allo scorso 4 agosto. Navigando su X e cliccando su un link relativo a testate come Reuters e NYT, il ritardo nel collegamento (che spesso non richiede più di 1,5 secondi) era salito a circa 5 secondi. Un tentativo di boicottaggio? Difficile dirlo, ma il fatto che tutto ciò sia accaduto (adesso la situazione sembra essere tornata alla normalità) proprio nei confronti di giornali invisi a Musk e alle piattaforme social rivali non può che far salire l’ombra del sospetto. In una dichiarazione rilasciata a The Verge, il portavoce del NYT Charlie Stadtlander ha dichiarato:

«Anche se non conosciamo la logica alla base dell’applicazione di questo ritardo, saremmo preoccupati per pressioni mirate applicate a qualsiasi testata giornalistica per motivi poco chiari. La missione del New York Times è riportare le notizie in modo imparziale, senza timori o favoritismi, e continueremo a farlo, imperterriti da qualsiasi tentativo di ostacolarlo».

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche la Reuters, altra “vittima” di questo rallentamento. E da un’analisi del Washington Post, lo stesso “atteggiamento” di X è stato riservato anche ad altri siti.

Le piattaforme social

Da Facebook a Instagram, passando per Bluesky e Substack. Tutti i link che riportavano a collegamenti esterni a queste piattaforme, riportavano lo stesso ritardo nell’apertura. Meta non ha rilasciato alcun commento in merito (mentre Musk e Zuckerberg continuano a bisticciare, minacciando un incontro di lotta a mani nude), così come X che ha preferito “risolvere il problema” (non recente, visto che i primi problemi risalgono al 4 agosto) piuttosto che rispondere e dare una giustificazione a quel che stava succedendo. Piccata, invece, la replica di uno dei co-fondatori di Substack (piattaforma di newsletter e blogging) che ha sottolineato come lo strapotere (anche mediatico) di piattaforme social come X sia l’emblema di come il mondo digitale abbia necessità di soluzioni alternative rispetto a quelle gestite da chi ha in mano il potere di decidere per altri (attraverso algoritmi e altre decisioni a scapito della concorrenza). 

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