Perché Musk e Zuckerberg vogliono darsele di santa ragione?

Il balletto di post social, le lettere degli avvocati, la candidatura dell'Italia (e di molte sue città) a ospitare questo presunto incontro di lotta. All'origine di questa vicenda paradossale, c'è Threads

14/08/2023 di Enzo Boldi

Come risolvere questioni di “affari” se non con una bella “scazzottata all’americana”? Sembra la trama di uno dei tanti film girati negli Stati Uniti, dove le storie di due o più personaggi si incrociano e l’unico modo per risolvere le questioni irrisolte è combattere a mani nude, in stile Walker Texas Ranger o le varie pellicole di e con Steven Seagal. Come nel caso di Elon Musk contro Mark Zuckerberg che, come noto da settimane, sembrano essere pronti a incontrarsi-scontrarsi in un ring. Da una parte le Arti Marziali Miste (MMA), dall’altra il Ju Jitsu. Una sfida paradossale che, come annunciato dal Ministro della Cultura italiano – Gennaro Sangiuliano – dovrebbe andare in scena in Italia che, con questa vicenda, entra di diritto tra i protagonisti di un teatro dell’assurdo. Ma perché due tra gli uomini più ricchi del mondo vogliono picchiarsi?

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Uno spettacolo poco edificante e ancor meno educativo – se mai si farà -, con ai due angoli il proprietario di X (ex Twitter) e il Ceo di Meta. A smuovere tutto è stato proprio Elon Musk che nel giugno scorso, tra il serio e il faceto, aveva risposto a un utente sull’allora Twitter dicendo di esser pronto a sfidare Zuckerberg in una gabbia (ring su cui si tengono gli incontri di MMA). Togliendosi di dosso un’etichetta comportamentale che lo ha sempre contraddistinto, il fondatore di Facebook ha risposto qualche ora dopo. Da quel momento, quel paradosso ha iniziato a trasformarsi in realtà.

Musk contro Zuckerberg, perché i due vogliono picchiarsi

Tutto è partito da questo tweet, scritto e pubblicato da Mario Nawfal (Ceo di IBC group), in cui si riportava la notizia: Meta sta lavorando a un prodotto social che ricalcherà molto da vicino l’impianto di Twitter.

Musk, a suo modo, aveva inizialmente risposto polemizzando e ironizzando con il “rivale”, sostenendo che il pianeta terra non vede l’ora di essere esclusivamente sotto il controllo di Zuckerberg. Punzecchiatura raccolta da un altro utente che ha invitato (sempre con ironia) il capo di Twitter ad andarci piano con le provocazioni, visto che il Ceo di Meta si allena a Ju Jitsu. Ed è qui che tutto è iniziato.

Musk, sorridendo (c’è un “lol” al termine del suo tweet) ha invitato – a distanza – Zuckerberg in un cage match (incontro in una gabbia). Tutto sembrava essere finito lì, ma il patron di Meta ha replicato con una Instagram Story molto criptica: «Inviami la posizione». L’inizio di una delle vicende più paradossali degli ultimi tempi.

Threads, la causa scatenante

Da quel momento, sono proseguite le provocazioni tra i due, fino al concretizzarsi (sembrerebbe, almeno per il momento) dell’incontro Musk contro Zuckerberg. In Italia. Il Ministro Sangiuliano ha aperto le porte del Bel Paese con una dichiarazione che sembra essere ancor più assurda del bisticcio social tra i due ricchi imprenditori.

Dunque, il governo italiano è diventata una parte attiva in questa vicenda, con il capo del dicastero della Cultura che – dopo aver parlato solamente con Musk – ha dato il via libera alla disponibilità (con molte città che si sono subito candidate). In attesa di capire fino a che punto si arriverà, occorre trovare la causa di questo scontro. Ed è tutta colpa di Threads. Il social network lanciato nel mondo (ma non in Europa perché non conforme ai Regolamenti sulla privacy, almeno per il momento) a inizio luglio da Meta e che, per tanti aspetti, ricorda molto da vicino Twitter. Proprio in quei giorni, infatti, i legali di X Corp. hanno inviato una lettera a Zuckerberg, accusando la sua azienda di aver sviluppato un’app social – Threads – utilizzando ex dipendenti e ingegneri di Twitter. Dunque, di aver fatto “copia e incolla” attraverso la rivelazione di segreti commerciali. Da Menlo Park hanno sempre smentito questa dinamica, dicendo di non aver mai ingaggiato ex dipendenti di Twitter. Dunque, tutto si potrebbe risolvere con una causa e un eventuale processo per concorrenza sleale. E, invece, qui si pensa allo show.

 

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