Il ballo in Musk di Twitter (senza pagare i diritti d’autore per la musica)

L'associazione dei produttori musicali americani ha intentato una causa da 255 milioni di dollari contro il social

25/06/2023 di Redazione Giornalettismo

Il “capo di Twitter, Elon Musk, è un personaggio che ama essere al centro dell’attenzione. La sua onnipresenza compulsiva all’interno della piattaforma di sua proprietà è solo la punta dell’iceberg. Ma ora, per lui la musica potrebbe cambiare. La NMPA (National Music Publishers Association) ha, infatti, intentato causa contro il social a causa dell’utilizzo di contenuti protetti da copyright. Un utilizzo, da parte degli utenti, che non rientra in alcun accordo di licenza stipulato tra le parti. Insomma, per il fondatore di Tesla i “problemi” sembrano non finire mai e il caso NMPA vs Twitter potrebbe essere solo l’ultima goccia.

NMPA vs Twitter, la causa sui diritti d’autore non pagati

La questione, però, nasce da prima del suo approdo alla guida dell’azienda, visto che Twitter era nato esclusivamente come piattaforma di contenuti (brevi) testuali). Ma le trattative tra il social e la NMPA, che erano iniziate alla fine del 2021, non sono mai andate in porto. Poi Musk ha messo la pietra tombale, abbandonando il tavolo senza prevedere alcun accordo. D’altronde, è cosa nota, lui ha una vera e propria “allergia” per il diritto d’autore, come quando utilizzò un’immagine di Milo Manara – senza chiedere autorizzazione – per realizzare un meme sul ritorno di Trump (mai concretizzato) sulla piattaforma. Ma i problemi non finiscono qui. Con l’avvio dell’abbonamento Twitter Blue, la pirateria sulla piattaforma è aumentata: alcuni utenti, sfruttando il limite massimo dei 120 minuti per singolo video, hanno iniziato a condividere interi film su Twitter.

Queste vicende, di fatto, si legano ai problemi che Elon Musk si appresta da avere con l’Europa e i suoi regolamenti: dall’abbandono al codice di condotta contro la disinformazione, fino al non-rapporto tra Twitter e il diritto d’autore. E a breve, il 25 agosto, inizieranno i controlli in base al DSA (Digital Service Act): questi atteggiamenti non sembrano essere un buon biglietto da visita.

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