Il colpo di scena nel braccio di ferro Meta-SIAE
L'azienda di Mark Zuckerberg ha vinto il ricorso al Consiglio di Stato: ha una audio library, non è una piattaforma di streaming. Possibile nuovo braccio di ferro sui diritti con la SIAE
08/07/2024 di Gianmichele Laino
Ci risiamo. Il tema, che non è soltanto italiano ma che in passato, al contrario, è stato abbastanza controverso anche negli Stati Uniti (nel caso specifico, relativamente alla musica ascoltata su TikTok), dei diritti musicali sulle piattaforme social si riapre nel nostro Paese a causa di una sentenza del Consiglio di Stato. Mentre nella primavera del 2023, lo stallo alla messicana causato da Meta (che aveva ritirato dalla audio library i brani su cui la SIAE vantava i diritti) era stato risolto da un passo in avanti dell’azienda di Menlo Park oltre che da una decisione dell’Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato (confermata dal TAR) sull’abuso di posizione dominante di Meta nei confronti della SIAE e sulla presunta dipendenza della Società italiana autori ed editori dalla stessa Meta, adesso siamo di nuovo al punto di partenza, senza passare dal via. Il ricorso Meta-SIAE al Consiglio di Stato, infatti, è stato accolto.
Meta e i suoi social network (Instagram e Facebook) non sono delle piattaforme di streaming, ma hanno semplicemente delle librerie musicali da cui gli utenti possono attingere. Questo significa che su Meta non si “ascolta” la musica, i diritti musicali possono essere distribuiti sulla base di accordi pregressi e che, in ogni caso, sono altre le piattaforme di streaming da cui raggruppamenti come la SIAE possono dipendere.
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Meta-SIAE, l’ennesimo capitolo della vicenda
La sentenza del Consiglio di Stato è impugnabile dalla SIAE che potrebbe arrivare fino in Cassazione, prolungando ulteriormente un iter che, fino a questo momento, era stato alla base degli accordi transitori che avevano riportato la musica della SIAE su Meta e avevano scongiurato uno stop che era dannoso per tutti: per l’industria musicale innanzitutto (che dalle grandi piattaforme di streaming riceve delle royalties), ma anche per i content creator e per gli utenti che si erano visti privare di una funzione fondamentale. Questi accordi restano validi fino al 31 agosto, ma la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta sicuramente una novità di cui tenere conto.
La SIAE voleva rivedere al rialzo le royalties ottenute grazie alle riproduzioni dei suoi brani su Meta. La decisione dell’AGCM prima e del TAR poi aveva sicuramente favorito la posizione della SIAE che, non a caso, si era detta soddisfatta di quanto accaduto. Ora, però, all’orizzonte si profila un nuovo braccio di ferro: l’autunno caldo dei brani musicali sui social è pronto a diventare l’ennesimo ostacolo sul percorso dei creatori di contenuti.