È scoppiata la bolla degli NFT?

La maggior parte delle collezioni in vendita ha valore pari a zero. Un mercato che, al momento, sembra sia arrivato al capolinea

08/10/2023 di Redazione Giornalettismo

C’è stato un periodo, di recente, in cui tutti parlavano di NFT. Erano considerati come il futuro per il mercato digitale. Erano indicati come strumento per la tutela della proprietà intellettuale degli “oggetti digitali”. Due anni dopo, o giù di lì, i conti non tornano e il mercato dei non-fungible token è caduto in una crisi che sembra non poter avere una soluzione. L’appeal delle opere è crollato (parallelamente all’interesse mediatico), con la maggior parte delle collezioni messe in vendita attraverso i portali dedicati che ha un valore pari a zero.

Crisi NFT, la situazione due anni dopo l’hype

Sembrano lontanissimi i tempi in cui l’NFT del primo tweet del fondatore di Twitter venne acquistato per 2,9 milioni di dollari. Ancor più remote nel tempo quelle “bolle” della compravendita milionaria di gif e opere digitali (come Bored Ape). Oggi tutto quel che doveva rivoluzionare l’ecosistema digitale puntando sul web3 è crollato. I numeri parlano chiaro: il 95% delle raccolte messe in vendita non ha alcun valore e solo attorno al 21% delle opere c’è un (piccolo) interesse di mercato).

D’altronde, il segnale era arrivato già nel marzo scorso quando Meta decise di fermare l’integrazione degli NFT su Instagram e Facebook. Ma quale sarà il futuro? Trattandosi di un sistema che, come accade spesso, è soggetto a dinamiche interne ed esterne del mercato, la possibilità che tutto ciò rialzi la testa non è del tutto remota. Ce lo ha spiegato Giulio Bozzo, founder e CEO di Reasoned Art, la prima galleria di cryptoart italiana con patrocinio del Comune e della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Milano.

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