La crisi degli NFT: perché non se ne parla più e quali sono le ragioni del crollo?

Cosa è successo agli NFT, alcuni dei quali erano arrivati a valere decine di milioni di dollari, per finire nella crisi che ne ha determinato il crollo di valore?

02/10/2023 di Ilaria Roncone

Quello degli NFT è un cerchio che, a questo punto, sembrerebbe essersi chiuso. Era esploso come un fenomeno a cui moltissimi – soprattutto nel mondo dell’arte – avevano scelto di interessarsi con la promessa di acquistare Non-fungible token (che non soni – come si tende a credere vista la narrazione – i pezzi d’arte in sé ma gli attiche certificano la proprietà digitale). Quando tutto è cominciato gli NFT hanno conosciuto moltissima popolarità, con opere che sono arrivate a valere 69 milioni di dollari (è il caso di “Everydays: The First 5000 Days”, collage di illustrazioni fatte a computer dall’artista digitale Mike Winkelmann che è stata battuta da una delle più grandi case d’asta del mondo, Christie’s).

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NFT, tra domanda è offerta lo squilibrio è enorme

A puntare le luci sulla questione è stato un recente rapporto di dappGambl, che ha analizzato l’andamento degli NFT individuando il periodo di massimo splendore tra il 2021 e il 2022 e quello del declino successivo per via della forbice sempre più ampia tra la domanda e l’offerta. Attualmente, solo il 5% dei cripto beni ha valore sul mercato. Sono circa 23 milioni, attualmente, le persone che possiedono NFT dal valore nullo (si attesta, nel rapporto, che siano 69.795 su 73.257 tra le collezioni tracciate ad aver completamente perso valore).

Tra i più famosi ricordiamo gli NFT della scimmietta annoiata,  di cui approfondiremo la storia oggi, andando a ripercorrere quello che è stato il periodo d’oro degli NFT e arrivando al tonfo e ai perché dietro il crollo a cui abbiamo assistito. L’interesse per questa tipologia di arte digitale è esploso in piena pandemia, quando sembrava che le nostre vite dovessero proseguire in maniera molto diversa da come le avevamo conosciute prima della pandemia. A contribuire all’interesse enorme attorno alla vicenda ci sono stati anche personaggi celebri che, quando è esplosa la moda, hanno acquistato NFT facendo pubblicità al fenomeno. Lo stesso hanno fatto alcune Big Tech e piattaforme (ad esempio Spotify e Meeta) e alcuni media (come la CNN), contribuendo a creare un clima di altissima aspettativa.

Quali sono le cause di questo crollo?

L’andamento di un fenomeno del genere, cresciuto ed esploso in maniera tanto repentina – quanto poi, repentino, è stato il crollo – ha diverse cause. Gli NFT sono legati a doppio filo con le criptovalute e anche queste – attualmente – vivono una fase incerta della loro esistenza per via dei tassi. Gli NFT, poi, sono sempre stati una tipologia di bene con un valore difficile da far comprendere alle persone: come si può capire fino in fondo che, pagando per un’immagine che ritrae qualcosa, quella diventi tua se poi – alla fine dei conti – pubblicandola su un sito chiunque può fare uno screenshot e utilizzarla, per esempio, per creare GIF e meme?

La natura stessa degli NFT, andando a ben vedere, risulta essere la principale ragione di ostacolo a una crescita e a una diffusione il cui arresto – andando a ben vedere – era già stato previsto dagli esperti e scritto anche nelle decisioni di grandi aziende come Meta di smettere di investire nel settore.

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