La storia emblematica delle scimmiette annoiate e la perdita di valore degli NFT

Acquistate persino da Justin Bieber, il loro valore è sceso a picco negli ultimi mesi: sono il simbolo più tangibile della crisi degli NFT

02/10/2023 di Gianmichele Laino

C’era un tempo, non molti mesi fa, in cui se non possedevi l’NFT di una scimmia annoiata non eri nessuno. E – in più – ti facevano credere che, se ne acquistavi una, il suo valore si sarebbe potuto moltiplicare nel giro di poco tempo. Un po’ come avveniva, da sempre, per i grandi capolavori dell’arte di ogni epoca: l’asta, l’offerta, la sistemazione dell’opera in una collezione privata. Tutte motivazioni per indurre l’utente a investire nell’NFT come se fosse un bene durevole. Nel 2021, la moda era quella di farlo sulle cosiddette Bored Ape NFT, le scimmiette annoiate di cui – attraverso la tecnologia della blockchain – si poteva certificare in maniera inoppugnabile la proprietà intellettuale. La certificazione che sta alla base dei non-fungible token, infatti, era stata applicata al mondo dell’arte contemporanea digitale, spiegando al pubblico che si trattava di una nuova frontiera. E che – anche se l’oggetto non era visibile, non si poteva toccare, né si poteva esporre in una teca di vetro – valeva comunque un sacco di soldi. Ecco perché, a un certo punto, tutte le star di Hollywood e dello showbiz d’oltreoceano avevano iniziato a investire grosse somme di denaro in questi NFT. Oggi, però, si stima che quelle stesse scimmiette (che valevano addirittura milioni di dollari) abbiano perso quasi il 95% del loro valore.

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Bored Ape NFT, è vero che stanno perdendo tutto il loro valore?

In origine, c’erano 10mila scimmiette annoiate. Il prezzo di ciascuna di queste – all’inizio – era di circa 200 dollari. Con la crescita della bolla speculativa degli NFT, il valore di ognuno di questi moderni pezzi d’arte digitale era schizzato alle stelle. Alcuni esemplari di Bored Ape NFT sono stati scambiati per un valore superiore al milione di dollari. Ne sanno qualcosa le star di Hollywood: Justin Bieber aveva acquistato la #3001 (la numero 3001 di 10mila) e l’aveva pagata 1,3 milioni di dollari. Adesso, si stima che quella stessa scimmietta con gli occhi gonfi di lacrime e la “barba lunga” sul muso valga poche decine di migliaia di dollari.

Justin Bieber è stata solo una delle star di Hollywood a essere affascinata dalle scimmiette annoiate. Da Paris Hilton, fino ad arrivare al rapper Snoopy Dog, passando per Stephen Curry, sono stati diversi gli uomini e le donne di spettacolo e di sport USA ad acquistare questi “capolavori”, esattamente come un collezionista avrebbe fatto con un quadro di un pittore fiammingo o con un antico cratere della Magna Grecia. Oggi, il loro valore è davvero sceso di molto (non si può parlare certo di minimo storico, dal momento che originariamente i singoli pezzi erano stati venduti per 200 dollari, ma abbiamo ben capito l’antifona).

Ma perché queste scimmiette valevano così tanto? Davvero si pagava soltanto il costo della traccia digitale con cui erano state concepite dai loro ideatori? In realtà, dietro c’era un concetto molto più ampio: le scimmiette erano una sorta di tessera d’accesso a un club digitale molto esclusivo, lo Yacht Club (gli ideatori delle Bored Ape NFT avevano inventato e studiato tutta la narrazione intorno allo Yacht Club). Si organizzavano eventi esclusivi a nome di questo Yacht Club, mentre le scimmiette (e la loro proprietà) diventavano, tra le altre cose, marchi di moda o illustrazioni identificative di realtà e/o account social. Oggi, tutto questo – forse per una sorta di ritorno all’essenziale – sembra essere superfluo e, anche in presenza di un mercato degli NFT assolutamente inflazionato, non trova terreno fertile per nuovi scambi: nessuno vuole più le scimmiette annoiate. E questo ha fatto crollare il loro già discutibile valore.

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