Facebook e Instagram avevano già iniziato a staccare la spina agli NFT

Dopo meno di un anno dall'inizio "dell'esperimento", la società di Menlo Park si era tirata fuori da tutti i discorsi legati dal Web3

02/10/2023 di Enzo Boldi

È durato pochissimo, neanche il tempo di accorgersi di questa integrazione. Se un gigante tecnologico – nonostante tutte le sue opacità – decide di interrompere una sperimentazione, questo è il primo grande sintomo di un mercato che non funziona e che rischia di crollare come un castello di carte. Con una sorta di preveggenza, Meta ha abbandonato il progetto NFT (non-fungible token) meno di un anno dopo dalla sua introduzione. Da maggio 2022 (data dell’annuncio ufficiale) a marzo 2023 (data della “fine dei giochi”), il progetto di sbarcare all’interno del complesso sistema web3 si è spento. Proprio mentre la “bolla” stava scoppiando.

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Un breve percorso e neanche troppo intenso. Era il 23 maggio del 2022 quando sui social e sul blog di Meta era comparso un annuncio firmato da Stephane Kasriel, Head of Commerce and FinTech dell’azienda di Menlo Park:

«Per prepararci a questo futuro, stiamo espandendo i nostri sforzi per supportare una maggiore compatibilità Web3, poiché le tecnologie Web3 decentralizzate come blockchain e NFT hanno consentito nuovi modi per scambiare valore». 

Con il passare delle settimane, quella prospettiva è diventata realtà – anche se in forma sperimentale -, con l’apertura (non per tutti) della possibilità di integrare su Facebook e su Instagram i non-fungible token.

Di fatto, Meta voleva trasformarsi anche in un veicolo per un marketplace di “oggetti digitali”. Erano i momenti più alti del mercato NFT, quelli in cui scorrevano milioni di euro (in criptovalute) per la compravendita di questi token non tangibili.

NFT, l’esperimento di Meta è durato meno di un anno

Poi, quel clamore mediatico sugli NFT è andato a spegnersi fino a quel che stiamo raccontando oggi: l’enorme crisi di un sistema decollato solo per pochi (e per poco tempo). E Meta aveva abbandonato la barca prima che affondasse, attraverso tweet criptici pubblicati proprio dallo stesso Kasriel nel marzo del 2023:

«Alcune novità sui prodotti: in tutta l’azienda stiamo esaminando attentamente ciò a cui diamo la priorità per aumentare la nostra attenzione. Per ora stiamo riducendo gli oggetti da collezione digitali (NFT) per concentrarci su altri modi per supportare creatori, persone e aziende». 

Nulla è andato come si pensava. I non-fungible token – così come, attualmente, le criptovalute – stanno vivendo all’interno di una bolla ormai scoppiata. Senza alcuna prospettiva per il futuro e senza che si possa vedere la luce in fondo a questo tunnel. D’altronde, criticabile o meno, l’interesse o il disinteresse di un’azienda come Meta dovrebbe essere il volano di molti discorsi: se si cavalca un’onda, c’è del potenziale; se si scende dal surf, probabilmente è perché non ci sono acque tranquille.

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