La storia di Musk che “apre” il codice di Twitter agli sviluppatori (a caccia di bot)

Il proprietario della piattaforma social ha annunciato la messa a disposizione del codice dei tweet suggeriti. Tutto ciò spinge a un'analisi del fenomeno dei bot

26/03/2023 di Redazione Giornalettismo

Nel bel mezzo dei suoi continui e distopici annunci social, questa settimana Elon Musk ha fatto sapere di esser pronto a condividere il codice di Twitter con gli sviluppatori. La mossa è in linea con il suo modus operandi: dopo aver criticato, per anni, la gestione della piattaforma da parte dei vecchi proprietari, il fondatore di Tesla vuole ricevere suggerimenti – da pareri esperti – su come migliorare l’algoritmo dei cosiddetti tweet consigliati (i “per te”). Tutto questo viaggia sullo stesso binario dell’atavica lotta ai bot, argomento che aveva portato a una parziale interruzione della trattativa (alla fine andata in porto per 44 miliardi di euro) per l’acquisizione del social.

Codice Twitter aperto agli sviluppatori e la storia dei bot

Di tutto ciò, nel monografico dedicato, ne abbiamo parlato con Alex Orlowski, esperto di cyber propaganda e analista dei social e del loro funzionamento, che ha espresso diversi dubbi sulla bontà dell’iniziativa di Elon Musk, sottolineando come la storia recente abbia messo in evidenza la poca competenza dell’uomo più ricco del mondo su aspetti tecnici e delicati come i bot.

Ma cosa sono i bot? Giornalettismo ha ricostruito la storia, partendo dal test di Turing del 1950 fino alle più moderne chatbot sviluppate attraverso modelli di intelligenza artificiale. In particolare, ci siamo concentrati sui i primo bot IRC (Internet Relay Chat) e a tutte le altre forme più moderne di interazione automatizzata tra uomo e macchina. In tutto questo si è anche inserito il progetto Copilot, con Microsoft che ha deciso di inserirlo all’interno dei pacchetti Office 365 e su Teams.

 

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