Le differenze tra content creator e performer social, secondo Biccy

Abbiamo intervistato Fabiano Minacci e Anthony Festa, ideatori e curatori del sito che racconta le varie sfaccettature (anche con chiave ironica) del mondo Pop: tv, musica, gossip e, per l'appunto, social

23/04/2024 di Enzo Boldi

Il nostro viaggio alla scoperta delle differenze tra i performer social, gli influencer e i content creator si conclude con un’intervista a due persone che hanno avuto un’idea vincente: capire i trend della televisione, della musica e del gossip e realizzare un prodotto editoriale di successo. Il tutto con una chiave ironica e accattivante. Esattamente come erano le piattaforme: un mix tra temi leggeri e tematiche sociali (come i diritti LGBTQ+) fondamentali. Il progetto Biccy viaggia a gonfie vele, anche sui social network, confermando la bontà di quell’intuizione avuta 15 anni fa.

LEGGI ANCHE > Professione performer (sui social)

Dopo aver raccontato le storie di Martina Felloni e Michele Lettera, abbiamo deciso di chiudere il cerchio con il punto di vista sulle differenze tra performer, creatori di contenuti e influencer con Fabiano Minacci e Anthony Festa, visto che il loro progetto si incastona al meglio in un’analisi mass-mediologica moderna: «Biccy è una realtà legata solo in parte ai social, per noi sono un mezzo più che un fine – hanno spiegato ai microfoni di Giornalettismo -. Il settore più affine a noi in merito a come utilizziamo i social credo sia quello dei content creator dato che creiamo contenuti, spesso ironici, soprattutto in ambito televisivo e musicale».

Biccy, la differenza tra content creator e performer

L’ironia è il filo che accomuna buona parte della comunità social. Ma ci sono delle differenze tra le piattaforme e i contenuti da coindividere? «I creator hanno bisogno a mio avviso di un social che permetta loro di creare contenuti di vario tipo e per questo crediamo che Instagram sia l’ideale. Fra Reels, caroselli e foto i content creator possono sbizzarrirsi e trovare i mezzi più opportuni per mettere in pratica le loro idee. I performer invece, dovendo usare i social soprattutto come una vetrina, potrebbero trovare più utile TikTok dove adesso è più facile arrivare ad un grande pubblico. Sulla piattaforma cinese non servono necessariamente milioni di follower, anche i nuovi arrivati se finiscono nei ‘Per Te’ possono ambire a ottenere una grande visibilità». Anche se, sottolineano le due menti di Biccy, tutto si sta appiattendo verso una dinamica di “copia&incolla”: «I social network si somigliano sempre più: anche lo scrolling dei video lanciato da TikTok ora è possibile farlo pure su Instagram, X e YouTube».

Gli ostacoli sulle piattaforme

Si somigliano, spesso anche troppo, ma ci sono – almeno per il momento – delle differenze sostanziali tra le piattaforme che rendono difficile un comportamento analogo da parte degli attori protagonisti sui social network: «Un ostacolo che un content creator può riscontrare su TikTok è l’impossibilità di mettere link all’interno del video, su Instagram, invece, l’ostacolo maggiore è quello del copyright: bastano pochissimi frame di video/audio protetti da copyright per far rimuovere il contenuto».

E proprio questo è uno dei fulcri delle differenze. Uno dei molti temi caldi da tenere in considerazione quando ci si approccia alla creazione di contenuti sui e per i social: «Il copyright e tutti i limiti ad esso legati, fare meme è diventato quasi impossibile non potendo usare contenuti video e audio di serie, film e programmi tv. Un’altra importante criticità è l’impossibilità di avere un’assistenza immediata, che servirebbe ad esempio quando si è presi di mira da hater che segnalano qualsiasi contenuto pubblicato (che non viola nessuno standard delle varie community). Un problema specifico di X invece è il moltiplicarsi di bot, ormai è quasi impossibile pubblicare un post senza che arrivino pochi istanti dopo i bot a commentare (anche cose con contenuti espliciti)».

Non è tutto oro quello che luccica

Può sembrare semplice emergere nel mondo digitale di TikTok e Instagram, ma non è propriamente così: «I social sono un mondo fantastico perché danno la possibilità a tutti di esprimere loro stessi senza distinzione, non ci sono raccomandazioni o barriere sociali. Chiunque può ambire a raggiungere i risultati che si è prefisso, ma questo non significa che sia semplice. Creare un seguito e raggiungere i numeri sperati non è facile e nemmeno immediato, per questo molti tendono a guardarsi intorno e sbirciare chi già ha avuto successo. Dare un’occhiata ai trend del momento è lecito e utile, ma scopiazzare è un’altra cosa, potrebbe anche portare a dei risultati nell’immediato, ma il pubblico non è sprovveduto, alla lunga l’originalità paga. Solitamente però gli influencer wannabe che propongono contenuti copia e incolla sono quelli che approdano sui social con l’idea di fare soldi “facili”. Biccy invece è nato per caso, dalla passione di due ragazzi per la tv, la musica e il trash, per anni abbiamo sacrificato la vita sociale in nome di quello che non era ancora un lavoro».

Share this article