Lotta ai bot e codice aperto agli sviluppatori: le intenzioni di Musk secondo Alex Orlowski

Abbiamo fatto una chiacchierata con l'analista dei social Alex Orlowski mettendo al centro le ultime novità annunciate da Musk per Twitter e le possibili conseguenze

21/03/2023 di Ilaria Roncone

Elon Musk ha affermato che dal 31 marzo una porzione di codice di Twitter – quella che permette di capire come vengono generati i “Per te” – sarà resa pubblica. I cambiamenti più recenti mirano anche a contrastare i bot. Quanto sono credibili le parole di Elon Musk? Molto poco, se viene interpellato Alex Orlowski, esperto di cyber propaganda e analista dei social e del loro funzionamento: «Quando Musk dice che non sono in grado di capire l’algoritmo che governa Twitter è perché ha licenziato la gente che lo capiva».

LEGGI ANCHE >>> Il codice di Twitter sarà aperto agli sviluppatori (anche) per contrastare i bot

La questione del taglio dell’API agli accademici

Per lavoro Orlowski si trova ad analizzare volumi impressionanti di dati provenienti da Twitter. Parlando con Giornalettismo, l’analista ci ha portato all’interno di un mondo e di un sistema che Musk starebbe puntando a rendere molto più costoso: «Sappiamo, a livello developing, che lui il 2 febbraio doveva tagliare l’API gratis a tutto il mondo ma poi non lo ha fatto, e siamo al 21 di marzo. Sembra che adesso vogliano portarlo avanti e la cosa è gravissima: con questo atto sembrerebbe che vogliano fare un piano a pagamento da 42 mila dollari al mese».

Cosa significa? «Praticamente – spiega Orlowski – taglierebbero fuori tutte le università, tutti quelli che fanno ricerca. Io sto lavorando con 17 università a un progetto finanziato con un fondo Horizon europeo e dobbiamo raccontare lo storytelling degli estremisti anche su Twitter, di qualunque tipo di estremismo. Questo provvedimento ci creerebbe diversi problemi perché è un progetto di tre anni e solo i soldi chiesti da Twitter sarebbero tutti quelli messi a disposizione per il progetto. Dovremmo dare un milione e mezzo di dollari a Twitter non pagando nessuno dei ricercatori delle 17 università e nient’altro».

Va avanti: «Finora l’accesso è stato gratis per una serie di funzioni sufficienti che permettono di analizzare tutto quello che succede su Twitter, vedere se gli account sono dei bot o non lo sono, quando sono stati aperti. Ci sono poi delle cose di archivio, se vogliamo andare indietro nel tempo, che sono a pagamento. Si tratta però di cifre non esose: con 500 dollari si riesce a ottenere qualche milione di tweet. Sono cifre che ci stanno in un progetto universitario, sono affrontabili: 2 mila dollari di API, anche 10 mila. Non un milione e mezzo».

Un Twitter più trasparente e contro i bot… o no?

Seppure parli di rendere Twitter più trasparente – aprendo anche una porzione di codice agli sviluppatori di tutto il mondo -, aumentare i soldi richiesti per delle funzionalità che gli accademici di tutto il mondo utilizzano per analizzare il flusso di contenuti su Twitter sembrerebbe andare nella direzione opposta: meno trasparenza, salvo per chi è disposto a pagare: «Capisco metterli a pagamento per le aziende – commenta l’analista – ma per gli accademici… Non tutte le università hanno i budget di quelle americane. Ci sono sia programmatori che non programmatori (tipo i debunker) che hanno fatto lavori eccellenti sfruttando piccoli tool gratuiti e scoprendo reti di bot da segnalare allo stesso Twitter, che poi le ha abbattute».

«Tra l’altro, il taglio delle API accademiche e non permettere agli esperti di questo tema di poter analizzare ciò che succede su Twitter – stessa cosa su Facebook – porterebbe anche a delle sanzioni da parte dell’Unione Europea. Il gruppo dei verdi tedeschi ci sta già lavorando a sanzioni di questo tipo, stanno già lavorando alla regolamentazione delle prossime elezioni europee: ci sarà una direttiva europea che obbligherà ad annullare tutte le piattaforme pubblicitarie sui social network sessanta giorni prima delle elezioni».

Parlando nello specifico di bot, Orlowski sostiene che Musk ne capisca poco: «Musk non è competente su questo fronte come su altri. Ho appena scoperto una botnet creata con intelligenza artificiale e ho usato l’intelligenza artificiale per scoprire gli avatar creati con l’intelligenza artificiale. Facebook è rimasta stupita e si è complimentata per questa ricerca. Mi domando: io che ho 50 mila euro di server nei miei uffici, perché riesco a fare cose che Facebook – che ha 7 miliardi di euro di server investiti – non riesce a fare? Perché probabilmente non gli interessa il contrasto al fenomeno». La ragione? Sui social – e questo ormai è noto – ci sono davvero tanti account falsi.

Basti pensare a quanti seguono un account celebre come quello di Donald Trump: «Stavo analizzando gli account che seguono Trump su Twitter sfruttando Metatrons. Lui, su 87 milioni di follower, ne ha 19 milioni e 200 mila che hanno zero follower e – di questi – 18 milioni non twittano da gennaio 2022. Ci sono 42 milioni e 209 mila che hanno da 0 a 5 follower che non twittano dal 16 gennaio 2022. Da gennaio 2021 (quando Trump è stato cacciato) ad oggi sono stati attivi con almeno un tweet 27 milioni dei suoi follower».

follower trump

follower trump

follower trump

twitter trump

Secondo le stime fatte con gli strumenti che ha a disposizione nelle sue analisi, Orlowski sostiene che «ci dovrebbero essere circa 130 milioni utenti attivi su Twitter ogni giorno su 1,3 miliardi circa totali».

L’intento di Musk sarebbe targetizzare meglio gli annunci pubblicitari

Rimaniamo nel campo delle previsioni e di quelle che, secondo Orlowski, potrebbero essere le intenzioni dietro l’azione di Musk: «Il fatto che Elon Musk dica “vogliamo aprire”, eccetera eccetera, è solo un modo per risparmiare sugli sviluppatori, far lavorare developer e data scientist gratis. Perché? A cosa ti serve sapere capire quale contenuto tu possa vedere? L’algoritmo che regola il contenuto organico è lo stesso algoritmo che regola quello pubblicitario. Quindi quello che fa Musk è chiedere a della gente di lavorare gratis per migliorare degli algoritmi che targetizzeranno, in futuro, non solamente i post ma anche la pubblicità. Se a me piace un qualche tipo di contenuto organico fatto da qualcuno, ovviamente mi piacerà un tipo di pubblicità legata quelle caratteristiche. Musk vuole che li esperti lavorino gratis per Twitter ma, allo stesso tempo, taglia le API gratis e accademiche che hanno permesso ai ricercatori dipendenti di scovare in tutti questi anni (segnalandolo a Twitter) tutti i tentativi di manipolazione e le manipolazioni riuscire di disinformazione e creazione di botnet che amplificavano notizie inesistenti o manipolavano il bias formativo dell’utente medio». Andando, poi, a influenzare le elezioni.

(Immagine copertina: screen da Mezz’ora in più su Rai 3)

Share this article
TAGS