I concerti dei Coldplay a Roma e la piaga dei bagarini 2.0

È successo di nuovo: ancora una volta, il secondary ticketing illegale non consentirà agli appassionati di assistere a un concerto

13/08/2023 di Redazione Giornalettismo

Quanto successo nelle scorse settimane in Italia è la conferma di un problema che esiste da anni a livello globale: il secondary ticketing selvaggio e illegale. Ultime vittime, ma solo a livello temporale, sono stati i fan dei Coldplay che hanno atteso per giorni l’apertura dei botteghini online per acquistare i biglietti per le quattro tappe del tour a Roma previste per la metà di luglio del prossimo anno. Un’attesa vana, dato che 280mila ticket sono andati polverizzati nel giro di pochissimi minuti. La maggior parte, però, non è stata acquistata dagli appassionati della band di Chris Martin.

I biglietti Coldplay e la piaga del secondary ticketing illegale

Migliaia di biglietti (parliamo del 95% di quelli comprati illecitamente con il metodo ticketbot), sono stati acquistati da “bot” riconducibili ai territori russi o russofoni. A rilevarlo è stata l’Agcom che ha aperto un’inchiesta anche su questo caso e che ha le idee piuttosto chiare: tutto è avvenuto in modo automatizzato, con l’obiettivo di rivendere i tagliandi a prezzo maggiorato sulle piattaforme di reselling. Ed è così che, ancora una volta, il secondary ticketing illegale irrompe nella musica (e non solo) in Italia.

Ancora una volta perché già negli scorsi anni società come Viagogo sono state sanzionate (per un totale di circa 40 milioni di euro dal 2020) per aver, con la sua piattaforma, alimentato il mercato illegale della rivendita dei biglietti dei concerti a prezzi gonfiati. Ma queste multe sembrano non aver interrotto la dinamica illecita (con frode anche al Fisco italiano) che, in ogni occasione, lascia a bocca asciutta gli appassionati di musica. Perché prima del tour Music of the Sphere dei Coldplay, lo stesso era accaduto con i concerti dei Maneskin, Blanco, Renato Zero, Vasco Rossi, Taylor Swift e Bruce Springsteen (solo per citare i più famosi). E le piattaforme autorizzate, sembrano non avere le armi necessarie per fermare questa piaga.

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