Come l’Italia intende integrare l’AI in ambito sanitario

All'interno del ddl approvato di recente dal Consiglio dei Ministri, ci sono due articoli dedicati al tema. Tutti vanno nella direzione dell'incentivo all'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale. Anche per la ricerca

30/04/2024 di Enzo Boldi

Nel monografico di oggi abbiamo parlato dell’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, dell’accordo interistituzionale relativo allo Spazio Europeo dei dati sanitari. Una piccola rivoluzione per quel che riguarda la Sanità continentale e i cittadini degli Stati membri, in un ecosistema che ha sempre meno confini. Così come lo sviluppo di nuove tecnologie destinate alla medicina e alla ricerca, come l’intelligenza artificiale. E l’Italia, in attesa dei passaggi parlamentari (che potrebbero apportare delle modifiche al testo), la scorsa settimana è stato approvato il cosiddetto ddl AI che va a toccare anche la Sanità.

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Nel testo – lo schema del disegno di legge sull’intelligenza artificiale -, ci sono alcuni articoli dedicati a ddl AI e Sanità. In entrambi i casi, si parla di incentivare l’utilizzo delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale per quel che riguarda la Medicina, la disabilità e la ricerca scientifica. Il tutto, ovviamente, basandosi su un uso etico di questi strumenti. Senza, dunque, discriminazioni e mettendo al centro l’autodeterminazione del paziente. Di fatto, dunque, si vanno a toccare degli ambiti già al centro dell’AI Act europeo.

Ddl AI e Sanità, cosa dice il testo approvato

Partiamo dall’articolo 7 del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, quello che si occupa dell’utilizzo dell’AI in ambito sanitario e di disabilità. Oltre ai suddetti diritti del cittadino, negli ultimi tre commi non vengono precisate delle determinate normative sul tema:

  • La presente legge promuove lo sviluppo, lo studio e la diffusione di sistemi di intelligenza artificiale che migliorano le condizioni di vita delle persone con disabilità, agevolano l’accessibilità, l’autonomia, la sicurezza e i processi di inclusione sociale delle medesime persone anche ai fini dell’elaborazione del progetto di vita di cui all’articolo 2, comma 2, lett. a) n. 1) della legge 22 dicembre 2021, n. 227.
  • I sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito sanitario costituiscono un supporto nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica, lasciando impregiudicata la decisione, che è sempre rimessa alla professione medica.
  • I sistemi di intelligenza artificiale utilizzati nell’ambito sanitario e i relativi dati impiegati devono essere affidabili e periodicamente verificati e aggiornati al fine di minimizzare il rischio di errori.

Solo indicazioni di base e l’idea di incentivare l’utilizzo di nuovi strumenti AI e tecnologie anche per quel che riguarda la Sanità e la disabilità.

E per la ricerca

Per quel che riguarda la ricerca scientifica per la realizzazione di tecnologie AI in ambito sanitario, il canovaccio non cambia di molto. Ma c’è un’indicazione molto interessante, descritta all’interno dell’articolo 12 del disegno di legge sull’intelligenza artificiale:

«Per il supporto alle finalità di cura, e in particolare per l’assistenza territoriale, è istituita una piattaforma di intelligenza artificiale. La progettazione, la realizzazione, la messa in servizio e la titolarità della piattaforma di cui al primo periodo sono attribuite all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) in qualità di Agenzia nazionale per la sanità digitale».

Sarà dunque Agenas a realizzare questa piattaforma sui progetti di ricerca di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.

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