È in arrivo la cartella clinica elettronica, disponibile in tutta l’UE

Dati sanitari di tutta Europa, unitevi. Il parlamento europeo ha approvato il regolamento dell'European Health Data Space – EHDS. La condivisione dei dati sanitari sarò possibile in ogni stato membro

30/04/2024 di Gianmichele Laino

Era nell’aria, adesso è ufficiale. Con il via libera al cosiddetto European Health Data Space – EHDS da parte del parlamento europeo, c’è stato uno step decisivo (anche se non definitivo) verso l’approvazione della cosiddetta cartella clinica elettronica comunitaria, attraverso cui i dati sanitari di un paziente saranno disponibili, oltre che nel suo Paese d’origine, anche negli stati membri dell’Unione Europea. L’obiettivo è sicuramente quello di agevolare ancor di più il cittadino all’interno dello spazio comune, anche se una struttura centralizzata di questo tipo dovrà significativamente comportare uno sforzo enorme dal punto di vista della sicurezza informatica. Tra i dati personali, quelli sanitari sono particolarmente sensibili e la piattaforma che gestirà la cartella clinica elettronica, ovvero MyHealth@EU, potrebbe diventare un obiettivo appetibile per i malintenzionati.

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European Health Data Space, cos’è e come funziona

Il cittadino, da questa piattaforma, dovrebbe trarre due benefici: innanzitutto un beneficio di natura individuale, poiché i suoi dati sanitari saranno immediatamente reperibili in qualsiasi Paese dell’Unione Europea si trovi, agevolando eventuali interventi medici e curativi; ma poi ci dovrebbe essere anche un beneficio collettivo, dal momento che una mole di dati sanitari così importante sarà utile per la ricerca e per lo sviluppo e lo studio di cure che possano in qualche modo rivoluzionare il mondo della medicina e dei servizi assistenziali alla persona.

In questo primo articolo del nostro monografico, ci limitiamo a spiegare quali saranno i prossimi step relativi al pieno utilizzo, da parte dei cittadini, dell’European Health Data Space e della conseguente piattaforma MyHealth@EU. Innanzitutto, l’iter normativo non è ancora concluso: è noto, infatti, che i processi per la definizione di nuove leggi debbano essere caratterizzati, in Europa, dal doppio controllo del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE. Manca quest’ultimo passaggio, propedeutico alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Dopodiché saranno necessari altri due anni per l’applicazione del regolamento, consentendo a ciascuno stato membro di assimilare nel proprio ordinamento le sue previsioni.

Il percorso sarà molto più lungo per quanto riguarda l’utilizzo secondario dei dati (dunque, in termini aggregati per ragioni di studio e ricerca): potrebbe essere necessario, infatti, un lustro prima che questo sistema possa entrare effettivamente a regime. Nel complesso, si prevede che l’EHDS farà risparmiare all’UE circa 11 miliardi di euro in dieci anni: 5,5 miliardi di euro saranno risparmiati da un migliore accesso e scambio di dati sanitari nel settore sanitario e altri 5,4 miliardi di euro saranno risparmiati da un migliore utilizzo dei dati sanitari per ricerca, innovazione e policy making. Ma sarà fondamentale uno sforzo nella digitalizzazione di ogni sistema sanitario nazionale, secondo quanto previsto dal Recovery Plan e dai rispettivi “Pnrr” nazionali.

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