Le continue multe a piattaforme come Viagogo non fermano il bagarinaggio digitale

L'ultima sanzione risale a marzo, ma anche negli anni precedenti se ne sono susseguite diverse

11/08/2023 di Enzo Boldi

Il rapporto tra le autorità italiane e le piattaforme di secondary ticketing è sempre stato molto conflittuale. Il recente caso dei biglietti delle tappe italiane (allo Stadio Olimpico di Roma, a metà luglio del prossimo anno) dei Coldplay “polverizzati” nel giro di pochissimi minuti, ha acceso nuovamente il faro sul fenomeno dei bagarini digitali che, utilizzando bot e altri strumenti informatici, continuano a fare man bassa di ticket sugli store autorizzati togliendoli dalla disponibilità degli appassionati acquirenti. Ed è proprio dopo questo processo, che entrano in gioco i siti dedicati alla “rivendita”, dove in molte occasioni si trovano biglietti venduti a prezzi esorbitanti rispetto a quelli di listino. Nonostante le multe a queste piattaforme, vedi i numerosi “casi” Viagogo, la situazione non sembra essere arginabile.

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Mentre Agcom ha aperto un’indagine per capire cosa è accaduto in quel quarto d’ora tra la messa in vendita online e il sold-out dei biglietti per i concerti romani della band di Chris Martin, il passato ci racconta di una lunga serie di sanzioni emesse dalla stessa Autorità nei confronti di piattaforme di vendita e rivendita di biglietti per accedere a eventi. Sia musicali che sportivi. Solo nel marzo scorso, la stessa Viagogo è stata sanzionata per 12,24 milioni di euro:

«Il comportamento posto in essere dalla società Viagogo AG deve ritenersi di gravità elevata in considerazione della rilevazione di numerosi episodi di violazione dell’art. 1, comma 545, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 attraverso la messa in vendita o comunque il collocamento di titoli di accesso a spettacoli, anche a prezzo superiore rispetto a quello nominale, senza che la stessa sia titolare dei sistemi di emissione in base a quanto previsto dalla normativa. La gravità delle violazioni emerge altresì dal fatto che la Società ha posto in essere le descritte condotte illecite, utilizzando sia la propria piattaforma, avente un’accessibilità globale, sia ampliando ulteriormente la propria platea di utenti attraverso l’utilizzo di una strategia multipiattaforma, con lo scopo di massimizzare il volume di biglietti venduti. Infine, si evidenzia che la vendita non autorizzata di biglietti nel mercato secondario cagiona consistenti danni ai beni giuridici espressamente tutelati dalla Legge, in quanto sottrae risorse al fisco, comporta costi ingiustificati a carico dei consumatori che acquistano i biglietti a prezzi maggiorati, riducendo di conseguenza le possibilità di accedere ad eventi culturali e spettacolistici di interesse, nonché produce degli indebiti vantaggi economici per Viagogo AG, a scapito degli operatori autorizzati».

La più recente multa contro Viagogo da 12,24 milioni di euro non è altro che il calcolo aritmetico della moltiplicazione di ben 68 condotte illecite moltiplicate per i 180mila euro di sanzione prevista dalla legge per ogni violazione della normativa. In questo caso parliamo della messa in rivendita dei biglietti di concerti molto attesi in Italia, come quelli dei Maneskin, di Blanco, di Renato Zero, dei Subsonica e di molti altri. L’azienda, nata nel Regno Unito ma che ha la sua sede in Svizzera, ha provato a difendersi dall’accusa di aver consentito il proliferare del mercato del secondary ticketing illegale sostenendo di essere una piattaforma che agisce a mo’ di bacheca. Ma Agcom ha sostenuto e ribadito che si è responsabili di ciò che si ospita. Anzi, ha anche amplificato il fenomeno del bagarinaggio online utilizzando una «strategia multipiattaforma».

Multe Viagogo, i precedenti del secondary ticketing illegale

Ma questa è stata solo una delle multe Viagogo. Facendo un rapido passo indietro – in attesa di capire se Agcom agirà nello stesso modo anche per il recente caso Coldplay (ma i problemi ci sono stati anche su molti altri eventi, come il concerto di Taylor Swift) -, torniamo al giugno dello scorso anno. Nell’eterna battaglia dell’Autorità contro le piattaforme di secondary ticketing, Viagogo venne multata per 23,58 milioni di euro. All’epoca, le condotte illecite evidenziate erano state ben 131 (da qui l’importo della sanzione) per i concerti dei Maneskin, Vasco Rossi, Sting, Green Day, Dua Lipa, Pearl Jam, Placebo, Cesare Cremonini, Paolo Conte e Andrea Bocelli.

Finisce qui? Assolutamente no. Nel giugno del 2020 è andato in scena un altro capitolo di questo romanzo con Agcom che ha sanzionato per un totale di 5,58 milioni di euro Viagogo, Stubhub (che nel febbraio dello stesso anno aveva iniziato la fusione con l’azienda “svizzera) e Mywayticket per aver messo in vendita biglietti a prezzo superiore al prezzo nominale: «Tale pratica, in violazione della normativa – si legge nel provvedimento -, ha anche l’effetto di inflazionare i prezzi dei biglietti e di creare scarsità artificiale di titoli di accesso agli spettacoli a danno degli utenti e della comunità degli artisti, degli organizzatori di eventi e dei rivenditori primari.

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