Cosa ci sarà all’interno della cartella clinica elettronica?

Dopo l'approvazione dell'European Health Data Center, occorrerà familiarizzare con lo strumento della cartella clinica elettronica e con tutti i dati che saranno sistemati al suo interno

30/04/2024 di Gianmichele Laino

«Una donna che vive in Portogallo va in vacanza in Francia. Purtroppo in Francia si ammala e ha bisogno di consultare un medico di famiglia locale. Grazie a EHDS e MyHealth@EU, un medico in Francia vedrà sul proprio computer la storia medica di questa paziente (facilitata da funzioni di traduzione)». Inoltre: «Un’azienda di tecnologia sanitaria sta sviluppando un nuovo strumento di supporto alle decisioni mediche basato sull’intelligenza artificiale che aiuta i medici a prendere decisioni diagnostiche e terapeutiche a seguito di un esame delle immagini di laboratorio del paziente. Attraverso l’EHDS, l’azienda è in grado di accedere in modo efficiente e sicuro a un gran numero di immagini mediche per addestrare l’algoritmo AI». E ancora: «Un uomo ha un’immagine medica dei suoi polmoni, scattata nell’ospedale pubblico dove è stato ricoverato in pronto soccorso. Poco dopo, visita il suo medico curante in un altro ospedale. Grazie all’EHDS, il suo medico può vedere l’immagine medica eseguita nell’altro ospedale, evitando così un nuovo, inutile esame». Si tratta dei tre esempi che il Parlamento europeo ha deciso di diffondere per far comprendere, in soldoni, il funzionamento dell’European Health Data Center, ovvero il nuovo regolamento che permetterà ai cittadini europei di avere a propria disposizione una cartella clinica elettronica, in base alla quale potranno beneficiare di un vantaggio personale e di un vantaggio comunitario in termini di ricerca.

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Cosa c’è nella cartella clinica elettronica?

Dal momento che questo strumento tra due anni (l’iter legislativo UE è particolarmente lungo e prevede l’assimilazione del regolamento negli ordinamenti nazionali) farà parte della nostra quotidianità, è opportuno capire cosa ci sarà all’interno della cartella clinica elettronica di ogni cittadino dell’Unione Europea.

Sarà, per restare in tema di esempi, come avere sempre a disposizione – in un luogo non fisico – tutta la storia clinica di ciascun paziente. Documenti, referti, radiografie che, al momento, conserviamo in qualche cassetto polveroso, diventeranno parte integrante del fascicolo digitale, in maniera automatica. Per questo, ci saranno i referti, prescrizioni effettuate attraverso la ricetta elettronica, ma anche materiale fotografico (dalle radiografie alle ecografie, passando per tutto quel materiale medico che è disponibile non soltanto attraverso una sequenza di dati, ma a partire da un’analisi ottica) e i risultati dei laboratori d’analisi. La diagnostica per immagini, a cui abbiamo accennato ma che sarà implementata nel corso del tempo per poter arrivare a regime, sarà fondamentale soprattutto per i lavori di ricerca a cui la piattaforma MyHealth@EU verrà messa a disposizione.

In aggiunta, ci saranno anche i report su eventuali dimissioni da ricoveri o da accessi in pronto soccorso. Tutto questo materiale potrà essere condiviso tra operatori sanitari dello stesso Paese, tra operatori sanitari di Paesi diversi, tra ricercatori e, soprattutto, potrà essere organizzato in maniera tale da venire costantemente aggiornato.

In ogni caso, sarà possibile rinunciare alla partecipazione al piano europeo per la condivisione dei dati sanitari: gli stati membri, infatti, dovranno prevedere delle opzioni alternative per coloro che rinunceranno al trattamento primario dei propri dati sanitari, chiedendo ai cittadini di fornire le stesse informazioni in formato cartaceo (così come, in sostanza, hanno fatto fino a questo momento). Sarà inoltre possibile rinunciare al fatto di mettere a disposizione i propri dati per l’utilizzo secondario di questi ultimi.

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