Cosa sono i ticketbot utilizzati dai bagarini digitali
Questo strumento automatizzato consente di acquistare simultaneamente biglietti dalle piattaforme autorizzate, riuscendo a eludere le limitazioni
11/08/2023 di Enzo Boldi
Bot è un concetto entrato a far parte del nostro quotidiano. Spesso e volentieri, infatti, ci troviamo a interagire con i chatbot di assistenza clienti o, da quando l’intelligenza artificiale è diventata di uso e consumo comune, molte persone si rivolgono a piattaforme come ChatGPT e Bard per ottenere risposte dalla rete. Processi che, di fatto, si basano sull’automatizzazione digitale e che, come accade per ogni cosa, vengono anche utilizzati in modo non consono e illegale. Come nel caso dei Ticketbot che consentono di acquistare biglietti in modo simultaneo (per concerti e altri eventi) aggirando le limitazioni imposte dalle piattaforme autorizzate alla vendita e polverizzando nel giro di pochi minuti tutti i ticket disponibili.
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Come nel caso dei Coldplay a Roma, tra gli eventi più recenti, esistono delle vere e proprie reti in grado di acquistare un enorme numero di biglietti per eventi che, poi, vengono rimessi in vendita su piattaforme di secondary ticketing a prezzi maggiorati. Dunque, un affare molto remunerativo al netto delle spese iniziali per acquistare il programma e i ticket per assistere a un evento. Parliamo, però, di un giro di affari di milioni di euro che, dunque, ripaga “l’investimento” iniziale, visto che molti utenti sono disposti (alcuni inconsciamente) più del dovuto rispetto alle tariffe di messa in vendita originale.
Ticketbot, cos’è e come lo usano per il secondary ticketing
Ma di cosa stiamo parlando? Per definizione, il ticketbot non è altro che un bot che permette di acquistare biglietti in forma automatizzata. Il processo di utilizzo, purtroppo, è piuttosto semplice e ha dato vita (ancora oggi) a fenomeni paradossali che hanno fatto lievitare il mercato dei cosiddetti bagarini digitali. Chi li utilizza, monitora il mercato. Dunque, imposta l’orario di inizio attività automatizzata all’apertura dei botteghini online per uno o più eventi e da quel momento avvia l’acquisizione “compulsiva” e contemporanea del maggior numero di biglietti possibili. Attenzione però: molte piattaforme autorizzate pongono dei limiti nel numero massimo di acquisto per ogni utente, ma questi sistemi riescono ad aggirare i paletti,
In che modo? Le suddette piattaforme, hanno provato a limitare il fenomeno del “reselling” selvaggio e illegale adottando soluzioni molto comuni: dal codice captcha al controllo dell’indirizzo IP per limitare il numero massimo di ticket acquistabili dallo stesso utente (solitamente tra i 4 e i 6, ma questo numero varia da piattaforma in piattaforma e da evento in evento). Il ticketbot, però, è molto “intelligente”: dopo aver scardinato il limite del captcha bypassandolo, utilizza dei server Proxy al fine di creare indirizzi IP multipli. Dunque, è praticamente impossibile – per il sito autorizzato – individuare l’acquisto multiplo da parte di un solo “utente”.
Come scongiurare il fenomeno?
I bot, dunque, superano i limiti. Ma è possibile evitare che tutto ciò accada? Al momento la risposta è negativa. Nonostante le limitazioni e i captcha (presenti su praticamente tutte le piattaforme autorizzate di vendita diretta online di biglietti), questi sistemi automatizzati sono molto “intelligenti” e, grazie ai server Proxy, sono in grado di eludere tutti i controlli. Al netto delle leggi che regolamentano il settore del secondary ticketing (legale, ma solo se rivenduti al prezzo di costo o inferiore), l’unica soluzione all’orizzonte sembra essere quella di mutuare la tecnologia blockchain alle vendite di biglietti online. Con un sistema nodi e chiuso, i controlli potrebbero essere più profondi. Lo propose, anni fa, la startup americana Lava, ma le difficoltà tecniche incontrate hanno frenato qualsiasi evoluzione in quella direzione.