Travaglio risponde a Gaia Tortora: «Le ho preannunciato un corso di recupero per ciucci»

27/01/2020 di Enzo Boldi

La dichiarazione di Alfonso Bonafede a Otto e Mezzo, quella sugli innocenti che non vanno in carcere, ha provocato una vasta eco di reazioni, nonostante il tentativo di spiegazione fornito dallo stesso ministro della Giustizia all’indomani della sua intervista. E da lì si è innescata una polemica a distanza tra giornalisti che oggi ha visto l’ennesimo capitolo di questo romanzo, con Marco Travaglio contro Gaia Tortora. La vicedirettrice del tg La7, nella giornata di domenica, aveva preso una netta posizione nei confronti del direttore de Il Fatto Quotidiano.

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Il tutto è partito da due tweet di Gaia Tortora, a commento dell’editoriale scritto da Travaglio domenica 26 gennaio. Due commenti che, poi, sono sfociati (secondo le versioni di entrambi) in una serie di sms al vetriolo.

A svelare il contenuto di quegli sms, ci ha pensato (nella sua versione di protagonista di questa vicenda) lo stesso Marco Travaglio, attraverso una risposta pubblicata a pagina 3 de Il Fatto Quotidiano di oggi, lunedì 27 gennaio 2020. E il titolo ne è già un’anticipazione: «Mini-corso di recupero ai giuristi per caso».

Travaglio contro Gaia Tortora

Dopo aver ribadito che nel suo editoriale parlava di chi, seppur innocente (perché lo prevede la Costituzione a priori), riceve l’obbligo di una custodia cautelare in carcere durante le indagini (per evitare la fuga o l’inquinamento delle prove), Marco Travaglio contro Gaia Tortora rivela il contenuto degli sms che i due si sono scambiati: «Le ho scritto via sms di informarsi e studiare prima di insultare. E, siccome la poveretta insisteva imperterrita, le ho brevemente spiegato la differenza fra carcere per custodia cautelare e per espiazione pena. Invano. Allora le ho preannunciato un corso di recupero per ciucci».

Gli sms e il corso per giuristi

Travaglio denuncia di esser stato preso di mira da molti utenti dopo il tweet di Gaia Tortora da tantissime persone, ignare di quanto aveva scritto e di quel che dicono Costituzione e codice penale. Poi l’ultima stoccata: «Non lo dico io, ma il Codice di procedura penale (artt. 272-315) e la Costituzione (art. 27 comma 1): ora, volendo, la Tortora e i suoi amichetti somari possono mandare affanculo pure quelli».

(foto di copertina: da frame video La7)

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