Alfonso Bonafede dice che si riferiva «a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l’appunto, ‘confermata’ dallo Stato)»

24/01/2020 di Enzo Boldi

La vasta eco delle dichiarazioni di Alfonso Bonafede a Otto e Mezzo ha provocato diverse reazioni. Si parlava di prescrizione e di innocenti in carcere (con tanto di dati sui risarcimenti versati dallo Stato dal 1992 al 2018). Il ministro della Giustizia, dopo anche la presa di posizione della giornalista Gaia Tortora (figlia di Enzo, il conduttore vittima di uno degli errori giudiziari più gravi dello scorso Secolo), ha voluto chiarire il suo discorso con un post su Facebook, in cui spiega la genesi e la conclusione del suo ragionamento.

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«Ci tengo a chiarire perché non voglio che ci siano strumentalizzazioni su un punto così delicato – scrive Alfonso Bonafede sulla propria pagina Facebook -. Nell’intervista di ieri sera, mentre si stava parlando di assoluzioni e condanne, ho specificato che gli ‘innocenti non vanno in carcere’ riferendomi evidentemente e ovviamente, in quel contesto, a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l’appunto, ‘confermata’ dallo Stato)».

Innocenti in carcere, il chiarimento di Bonafede

«Ad ogni modo, la frase non poteva comunque destare equivoci – prosegue Alfonso Bonafede – perché subito dopo ho specificato a chiare lettere che sulle ipotesi (gravissime) di ingiusta detenzione, ‘… sono il ministro che più di tutti ha attivato gli ispettori del ministero per andare a verificare i casi di ingiusta detenzione…’ (come da video di questa specifica parte dell’intervista)». Una presa di posizione che ora viene apprezzata, anche da Gaia Tortora. 

(foto di copertina: da diretta video Otto e Mezzo, La7)

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