La faccia di Bonafede quando gli dicono che anche «gli innocenti finiscono in carcere» | VIDEO
23/01/2020 di Enzo Boldi
L’intervista di Alfonso Bonafede a Otto e Mezzo ha lasciato molti spunti di discussione. Si è parlato, moltissimo, delle dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle, ma è stato dato anche ampio spazio al tema che divide ancora la maggioranza di governo: quello della prescrizione. La giornalista de La Repubblica, Annalisa Cuzzocrea, ha esposto i dati degli innocenti in carcere in Italia dal 1992 e il ministro della Giustizia rimane di sasso, con un volto allibito.
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«Ogni tanto pensa agli innocenti che finiscono in carcere?», chiede la giornalista al ministro della Giustizia. E lui replica scuotendo il capo: «Gli innocenti non finiscono in carcere». Peccato che Annalisa Cuzzocrea abbia sottomano i dati delle persone che, dal 1992 hanno ricevuto un rimborso per via degli errori giudiziari che li hanno portati a scontare una pena prima di esser dichiarati innocenti.
#Cuzzocrea:”Ogni tanto pensa agli innocenti che finiscono in carcere?”#Bonafede:”Gli innocenti non finiscono in carcere”.
Cuzzocrea:”Dal ’92 al 2018, 27mila persone sono state risarcite per essere finite in carcere da innocenti”.
Ed è Ministro della Giustizia!#ottoemezzo pic.twitter.com/WCF81FrfZz
— Pietro Raffa (@pietroraffa) January 23, 2020
Innocenti in carcere, la faccia di Bonafede quando scopre il dato
Come sottolinea la giornalista, infatti, dal 1992 al 2018 sono state risarcite oltre 27mila persone dallo Stato italiano. Il motivo? Erano innocenti, ma sono finite lo stesso in carcere. Un dato poco confortante per chi porta avanti da anni la battaglia per l’abolizione della prescrizione. La mozione di Cuzzocrea si basa su dati. Perché se è vero che il blocco della prescrizione (secondo l’ultimo testo in discussione nel Consiglio dei ministri) dovrebbe scattare dopo il primo grado di giudizio, ma al tempo stesso questo non è una garanzia di giustizia al cento per cento.
I dati e i soldi dello Stato
Sono tantissimi, infatti, i casi di persone condannate in primo grado, in appello e poi assolti dalla Cabssazione. Nel frattempo pero, da innocenti in carcere, hanno scontato una pena per un reato che, alla fine, non hanno commesso. Il tutto condito da un salasso per le casse dello Stato che deve provvedere ogni anno a centinaia di migliaia di euro di risarcimento nei confronti di vittime di cattive indagini e sentenze erroneamente avverse.
(foto di copertina: da diretta video Otto e Mezzo, La7)