La crisi di SVB (e delle altre) e i licenziamenti di Big Tech: due facce della stessa medaglia
Quel che sta accadendo in questi giorni negli Stati Uniti (e non solo) è strettamente collegato ai tagli al personale che le grandi aziende digital stanno facendo
19/03/2023 di Redazione Giornalettismo
Sono giorni complicatissimi per gli istituti bancari e di credito di tutto il mondo. Prima la crisi della Silicon Valley Bank (SVB), poi il fallimento della Signature Bank. Due primi tasselli di un domino che, più lentamente rispetto al 2007/2008, sono l’emblema della difficoltà economico-finanziarie di questa determinata epoca storia. Al momento, ma non vi è una certezza conclamata, gli strumenti messi in campo dopo la grande recessione di oltre 16 anni sembrano essere in grado di tamponare questa emergenza. Ma nel corso di questa settimana si stanno aggiungendo tante alte situazioni analoghe (seppur con dinamiche e concause differenti, come nel caso della svizzera Credit Suisse e dell’americana First Republic Bank) che non possono tranquillizzare i mercati. E a tutto ciò si aggiungono i continui licenziamenti da parte delle aziende Big Tech, il cui comparto è quello che fa girare l’economia mondiale.
SVB e le altre, la crisi delle banche del digital
Giornalettismo ha voluto approfondire quel che sta accadendo da una decina di giorni a oggi, partendo proprio dalla descrizione di quanto accaduto alla SVB (Silicon Valley Bank), la banca americana punto di riferimento delle startup digital e tech. Tra queste ce n’è anche una italiana – Technoprobe – che aveva una piccola porzione (parliamo di una cifra intorno al 2,5%) dell’intera liquidità sul conto corrente della banca commerciale di Santa Clara (in California).
E la crisi di SVB ha trascinato con sé la sfiducia degli investitori. Nel giro di pochi giorni, infatti, è stato dichiarato il fallimento anche di Signature Bank, la prima banca americana ad aver intuito il potenziale delle criptovalute. Ma prima il caso FTX che si è concatenato alla crisi del valore delle criptovalute, poi quella situazione di incertezza nel mondo bancario: fino al dichiarato fallimento. E tutto ciò si lega inevitabilmente all’investimento delle aziende Big Tech che da qualche mese continua ad annunciare tagli al personale. Facebook licenzierà altri 10mila dipendenti, Yahoo ridurrà il proprio personale del 20% a livello globale (in Italia perderanno il posto di lavoro 19 persone sulle 21 che si trovano nelle filiali di Roma e Milano). E questa situazione deve far riflettere anche le Banche Centrali.
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