Cosa succede se le aziende di Big Tech vanno in crisi e perché questa cosa può spaventare anche le Banche Centrali

Uno scenario di questo genere sarebbe apocalittico, non soltanto per il settore del digitale, ma anche per tutte le altre aziende che usano i servizi di Big Tech e che non possono farne a meno

15/03/2023 di Gianmichele Laino

Abbiamo già visto come possa essere dirimente la questione dell’aumento dei tassi di interesse e l’impreparazione delle start-up del digitale a questa evenienza (si consideri il caso di Silicon Valley Bank, ad esempio), ma anche i problemi che potrebbero riscontrare le grandi aziende di Big Tech, abituate a fare affari partendo dal principio che il costo del denaro sia basso e che l’inflazione non possa arrivare ai livelli in cui si trova in questo momento (la loro esplosione è avvenuta in una congiuntura economica che non prevedeva questi ostacoli). Una eventuale crisi delle aziende di Big Tech derivante proprio da queste circostanze, infatti, potrebbe avere degli effetti devastanti. Ecco perché le banche centrali – la FED negli Stati Uniti, ma anche la Banca Centrale Europea – potrebbero rivedere la loro politica sull’aumento dei tassi, proprio in virtù delle eventuali difficoltà che le grandi aziende del digitale potrebbero riscontrare dal punto di vista finanziario. Con effetti che, a cascata, si andrebbero a sentire anche su altre aziende che, ormai, non possono più fare a meno dei servizi che le Big Tech stesse propongono.

LEGGI ANCHE > La start-up italiana che si è trovata esposta dopo la chiusura di SVB

Crisi aziende Big Tech ed effetti potenziali su Wall Street

Già nelle ultime settimane, prima ancora del crollo di SVB, si iniziava ad avere un sentiment diverso rispetto all’aumento dei tassi, con una maggiore freddezza da parte degli addetti ai lavori. Adesso, l’idea di mettere in difficoltà realtà come Meta, come Google, come Amazon che, da sole, costituiscono quasi il 20% del S&P 500, ovvero l’indice che rappresenta i più importanti titoli statunitensi, è un qualcosa a cui bisogna pensare. Il rischio, infatti, è quello di avere un impatto maggiore rispetto a quello che potrebbe avere una “semplice” crisi del sistema bancario.

Le realtà delle Big Tech hanno un peso su tutte le aziende del mondo che impiegano i loro servizi. Il crollo di queste realtà potrebbe quindi comportare non soltanto una crisi del sistema bancario, ma anche dell’intero ecosistema economico internazionale. Chiaramente, una situazione del genere ha i suoi anticorpi: le banche centrali, infatti, stanno ridiscutendo l’ipotesi di continuare su questa strategia del rialzo dei tassi e, probabilmente, così facendo toglieranno le castagne dal fuoco – almeno quelle più scottanti – a Big Tech.

Lo scenario, insomma, sarebbe tragico. Ma la convinzione degli esperti è che questo rischio sia mitigato. Le Big Tech continuano ad accrescere i loro profitti e i loro margini, anche attraverso lo strumento dei licenziamenti. E le autorità remano a loro favore, chiedendo semplicemente una maggiore sostenibilità. Magari, con accompagnata da una maggiore esperienza e da una maggiore capacità di lettura dei processi finanziari.

Share this article
TAGS