Facebook che annuncia altri 10 mila licenziamenti

Chi sono i professionisti che verranno lasciati a casa? Sommandosi ai licenziamenti Facebook di fine anno, il personale di Meta è sceso da 86 mila a 65 mila unità

15/03/2023 di Ilaria Roncone

A lanciare per primo l’allarme in merito a una nuova ondata di licenziamenti Facebook è stato, qualche giorno fa, il Wall Street Journal. Fonti informate che hanno parlato con la testata finanziaria avevano già anticipato che l’entità del taglio sarebbe stata simile a quella dei licenziamenti di fine 2022. Lo scorso novembre l’entità del maxi taglio attuato è stata di 11 mila dipendenti (pari al 13% del totale della forza lavoro dell’azienda). Nell’«anno dell’efficienza» – così come lo aveva definito Mark Zuckerberg – arrivano ulteriori licenziamenti pari a 10 mila elementi facenti parte dell’ecosistema Meta che comprende Whatsapp, Instagram e Facebook.

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Licenziamenti Facebook marzo 2023: chi riguardano?

Il totale dei dipendenti di Meta dopo le due tranche di licenziamenti è passato da 86 mila a 65 mila. Chi viene colpito questa volta? In primis e in particolar modo tutti quei ruoli «non ingegneristici» a partire da chi si occupa di assunzione del personale. Oltre a questo, Zuckerberg ha annunciato – in un lungo post su Facebook – che le 5 mila posizioni finora lasciate aperte per le quali non sono state fatte assunzioni verranno chiuse.

«Sarà difficile – ha scritto Zuckerberg -. Significherà salutare colleghi di talento che sono stati parte del nostro successo». La scelta fa parte di un «piano di ristrutturazione» che verrà annunciato nella sua completezza tra qualche mese e con cui si «cancelleranno i progetti a bassa priorità e si ridurrà il tasso delle assunzioni. Oltre a questo, molti progetti saranno vagliati e – a seconda del risultato – ridimensionati o chiusi. Primi nella lista ci sono quelli portati avanti dal Reality Labs, la divisione di Meta cui è stato affidato lo sviluppo del metaverso.

Meta e le Big Tech corrono ai ripari

Le Big Tech stanno correndo ai ripari in ogni modo, a partire dai licenziamenti. Il tema lo abbiamo approfondito a fine gennaio con un monografico e, ancor prima, intervistando una delle dipendenti del team di moderazione di Twitter lasciate a casa con una mail lo scorso novembre.

Da Musk a Zuckerberg, quindi, tutti i capi delle Big Tech (Google e Microsoft comprese) stanno scegliendo di operare dei tagli sulle persone per investire – emblematico è il caso di Microsoft – nell’AI. Lo scopo è quello di riuscire a tenere in cassa quanto più denaro possibile da utilizzare per investimenti quanto più redditizi possibile.

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