Cosa sono i tracker, perché sono pericolosi per la privacy e come si possono neutralizzare
Cosa sono i tracker, come funzionano e come possiamo agire per bloccarli al fine di proteggere la nostra privacy quando navighiamo?
09/10/2022 di Ilaria Roncone
Cosa sono i tracker sul web e cosa c’entrano con la privacy dei nostri dati? Per capire bene la natura di questo strumento è importante comprenderne – oltre al funzionamento – le ragioni per cui i tracker sono pericolosi e cosa sono i tracker bloccati. Ancora prima di spiegare lo strumento tecnico e i suoi funzionamenti, partiamo con due esempi pratici: geolocalizzazione e browser per la navigazione su web sono due degli strumento che vengono usati dalle aziende web per attivare il tracciamento degli utenti e la raccolta dei dati online.
Andiamo a definire l’attività di web tracking: si tratta di quello che operatori di siti web e parti terze fanno per raccogliere, archiviare e condividere informazioni sulle attività fatte da chi visita le loro pagine e i loro siti tramite World Wide Web. Nell’ottica di aggirare questo sistema, impedendo la raccolta dati affinché la nostra privacy online sia protetta, andiamo anche ad approfondire come eliminare i tracker fino a capire l’anti tracker cos’è.
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Cosa sono i tracker?
Andiamo dunque a definire in maniera più tecnica che cosa sono i tracker: utilizzati per monitorare l’attività online – come abbiamo già accennato – costituiscono la minaccia più diffusa alla privacy di ogni utente in quanto permettono, mano a mano che si visitano pagine e pagine web quotidianamente, di accumulare in maniera lenta ma costante moltissimi dati relativi a cosa facciamo online. La nostra vita sul web è tracciabile tramite sistemi come la cronologia di navigazione, l’utilizzo delle app che facciamo, gli acquisti e – già nominata precedentemente – la geolocalizzazione.
I web tracker, quindi, sono fondamentalmente collocati ovunque su internet. Quello che accade ai dati che vengono mano a mano accumulati è che le pagine web li condividono con moltissime terze parti. Sono tante le app che hanno raccolto e raccolgono – seppure, nel mondo, l’attenzione rispetto a queste tematiche sia sempre più alta – costantemente i nostri dati.
Si tratta di informazioni sensibili come i registri delle chiamate, oltre alla posizione, e lo fanno anche quando non sono in uso. Il monitoraggio delle persone tramite tecnologie di questo tipo avviene anche nella vita offline. Basti pensare a uno dei casi più controversi che in Australia ha portato a un dibattito particolarmente acceso, quello dell’utilizzo del riconoscimento facciale neo negozi per identificare i clienti contro i furti. I dati raccolti hanno permesso – in alcuni casi – di pubblicare annunci mirati.
In questa ottica, è importante avere ben presente che aziende tech, inserzionisti e broker di dati sfruttano queste forme di tracciamento in maniera in gran parte invisibile agli occhi dell’utente medio. Come difendersi e cosa sono i tracker bloccati?
I tracker pericolosi e come bloccarli
Quali sono i rischi lo abbiamo già accennato: la privacy violata. Mettendo insieme tutti i dati raccolti, infatti, chi ha cattive intenzioni può farsi un’idea precisa di chi siamo e di cosa facciamo creando, di fatti, un profilo virtuale che verrà sempre nutrito con nuove e più recenti informazioni. Tutto questo va, banalmente, a vantaggio di quelle terze parti che comprano quei dati e li sfruttano – per esempio – per fare pubblicità targetizzata in base a ogni singolo utente.
Anche le informazioni sensibili che, di base, potrebbero sembrare poco importanti possono essere intercettate e sfruttare. Quali? Etnia, orientamento politico e orientamento sessuale; salute fisica, fascia di reddito e fede religiosa. Questi sono tutti dati sensibili che dovrebbero rimanere celati e riservati ma che, di fatti, vengono costantemente trafugati e utilizzati per diversi scopi.
Quali? Dall’invio di campagne di marketing mirate che si adattano perfettamente a quelli che sono i gusti e i valori dell’utente fino all’ottenimento di vantaggi sul mercato andando a superare in maniera scorretta la concorrenza. Si parla poi anche di violazione privacy dell’utente quando vengono conservate (seppur non utilizzate) informazioni sensibili che potrebbero facilmente essere poi sfruttate da terzi per scopi illeciti. Per evitare che questo capiti alle aziende e alle istituzioni è fondamentale dotarsi di un Data Protection Officer, che si occupa – in base ai casi specifici – di favorire e di istruire rispetto al corretto trattamento dei dati utenti.
Come eliminare i tracker?
Come possiamo difenderci da queste tecnologie di tracciamento che, di base, sono ovunque intorno a noi? Innanzitutto, seppure sia difficile individuare i tracker, è possibile farlo prestando attenzione a un paio di cose. C’è un rallentamento della risposta ai comandi dati? Ci sono numerosi pop-up o nuovi toolbar indesiderati? Ecco alcuni degli indizi che indicano la presenza di un programma di tracciamento. Come si fa ad eliminare i tracker?
Esistono dei sistemi per navigare sicuri a partire dall’estensione Anti Tracker. Cos’è? Essa agisce andando a bloccare i tracker che raccolgono i dati e – al contempo – permette di vedere e gestire e informazioni su ciascuno dei siti che si stanno visitando. Con questo sistema i dati di navigazione rimangono privati e le prestazioni delle pagine migliorano, considerato che i rallentamenti dovuto ai pop-up di cui parlavamo prima vengono evitati.
Se parliamo di prevenzione, inoltre, è possibile partire da una cosa semplicissima: l’aggiornamento regolare del sistema operativo e dei software che si utilizzano. Le aziende rilasciano regolarmente nuove patch per aumentare la sicurezza che vanno a rendere più difficile, per gli hacker, di sfruttare le problematiche per fare breccia. Risulta utile, con gli smartphone, utilizzare sempre password complesse e sicure, ancor meglio il sistema di autenticazione a due fattori.
Installare antivirus e malware può essere di ulteriore aiuto. E con i tracker già presenti sul dispositivo? Si può ricorrere a estensioni come Anti Tracker e a tutta una serie di software specifici che, però, devono colpire solamente i tracker malevoli e non quelli innocui, che esistono al solo fine di migliorare l’esperienza del singolo utente online.
Teniamo però sempre ben presente una cosa: nessun metodo di blocco può mai essere sicuro al 100%. I browser stessi, andando ad agire, devono avere una lista di domini che – appunto – fanno tracciamento per offrire contenuti necessari al funzionamento di molti siti (ad esempio reti di distribuzione di contenuti e host video).