ChatGPT è solo una moda del momento?

Un viaggio nella piattaforma, che si basa sull'intelligenza artificiale di OpenAI, diventata la moda del momento. In tanti la stanno sperimentando, ma sono già sorte le prime perplessità su molti aspetti

14/01/2023 di Redazione Giornalettismo

In tanti condividono sui social quanto “realizzato” sfruttando le potenziali di questo sistema basato sull’intelligenza artificiale. In molti hanno tentato di individuare i pregi e i difetti di tutto ciò, utilizzando la piattaforma e cercando di scavare per capire i segreti e i lati oscuri. Sta di fatto che da quanto è stato lanciato per la prima volta nell’ecosistema del web (alla fine dello scorso mese di novembre), ChatGPT è diventato il trend che ha accompagnato la fine del 2022 e si è inserito nel dibattito pubblico all’inizio del 2023. Giornalettismo ha voluto testare le capacità di questa intelligenza artificiale che pone le sue basi sulla comunicazione testuale, cercando di capire se tutto ciò rappresenti la classica moda del momento oppure uno strumento che avrà un riflesso potente e prepotente anche su alcune professioni.

ChatGPT e AI, il monografico di Giornalettismo

Il nostro lungo viaggio tra le pieghe di questa chatbot che nasce dalla commistione di due principi – intelligenza artificiale e machine learning (cioè l’apprendimento automatico) – è partito da una guida per spiegare il funzionamento di questa piattaforma sviluppata da OpenAI. Poi abbiamo voluto condurre un esperimento sul campo: far scrivere alla chatbot un articolo su sé stessa. Dopodiché abbiamo intervistato l’ingegnere informatico Alessio Pomaro, tra i primi – in Italia e non solo – a utilizzare e testare questo strumento, riuscendo a porre l’accento sui pregi che l’hanno reso famoso e i difetti. Pecche che si sono palesate in un altro test effettuato da Giornalettismo che ha iniziato a “interrogare” l’intelligenza artificiale mettendo in evidenza due aspetti: le sue conoscenze sono limitate fino al 2021 (sostiene che Papa Benedetto XVI sia ancora in vita) e altri dettagli sono errati. Dunque, il risultato è stato tutt’altro che soddisfacente.

Ma ChatGPT è pronta a sostituire giornalisti e blogger? Dopo una nostra riflessione sulla possibilità che l’intelligenza artificiale possa prendere il posto dell’essere umano nella produzione di contenuti (ovviamente non per la totalità di essi), abbiamo chiesto ad Alberto Puliafito, direttore di Slow News, di dirci la sua su questo strumento applicabile al mondo del giornalismo. E l’applicazione di tutto ciò al mondo del giornalismo rischia di avere implicazioni anche sull’indicizzazione degli articoli online, come spiegato a Giornalettismo da Francesco Margherita, amministratore di Seogarden e fondatore della community Fatti di SEO. Ma oltre all’informazione, come può essere sfruttata questa intelligenza artificiale? La risposta arriva dal Collettivo RoyMing che ha utilizzato proprio quella chatbot (unita a Midjourney per le immagini) per “scrivere” una favola illustrata destinata ai bambini. Minori che sono al centro di un dibattito internazionale partito dagli Stati Uniti: a New York, infatti, è stato disposto il divieto di utilizzo di questa chatbot nelle scuole. Per avere delucidazioni sul caso abbiamo intervistato Laura Fumagalli, responsabile di MyEdu. L’ultima tappa del nostro viaggio si è basata su una notizia di stretta attualità, confermata dalla trattativa miliardaria in corso: Microsoft, dopo aver già investito molto in OpenAI, sta lavorando per integrare il suo motore di ricerca – Bing – proprio con l’intelligenza artificiale di ChatGPT. Un bene o un male per la rete?

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