«ChatGPT sta facendo letteralmente impazzire i copy che scrivono nei forum SEO»

Francesco Margherita, amministratore di Seogarden e fondatore della community Fatti di SEO, ci ha spiegato cosa sta cambiando da quando ChatGPT viene utilizzato in maniera continua

09/01/2023 di Redazione

C’è uno spettro che si agita, in giro per le chat di specialisti SEO. È lo spettro di ChatGPT. Si tratta del principale argomento di conversazione degli ultimi giorni, un vero e proprio hot topic, il tema su cui ci si sta accapigliando di più. Lo sa bene, ad esempio, Francesco Margherita, amministratore di Seogarden e fondatore della community Fatti di SEO (oltre 33mila iscritti su Facebook), che ultimamente sta gestendo una quantità significativa di conversazioni che hanno come argomento principale proprio questo: non solo l’indicizzazione degli articoli fatti con ChatGPT, ma anche il futuro del mestiere del copy. «Percepisco l’ansia delle persone che stanno scrivendo sul gruppo Fatti di SEO. Nessun copy lo dirà mai, ma la maggior parte delle persone che per mestiere producono testi non fa altro che scopiazzare da altri risultati che ci sono in rete. Non necessariamente per colpa del copy: spesso è il titolare dell’azienda a dare tempi molto ridotti per scrivere un testo su un argomento che nemmeno si conosce. Ora sta succedendo qualcosa di fantascientifico: c’è un software che fa questo lavoro meglio di un copy».

LEGGI ANCHE > ChatGPT può essere una opportunità per il mondo del giornalismo: perché non sfruttarla? L’intervista ad Alberto Puliafito

Indicizzazione ChatGPT, le domande e le risposte nei forum di esperti SEO

E – a quanto pare – non solo il software riesce a fare questo lavoro meglio di un essere umano: Google e i motori di ricerca in generale sembrano addirittura premiare questa tipologia di contenuto. Gli esperimenti portati avanti da Francesco Margherita danno proprio questa evidenza: «Google sembra indicizzare bene i testi scritti con ChatGPT. Se tu ricavi i sotto-argomenti facendo la subtopic research e crei indicazioni specifiche per la piattaforma, allora il contenuto si posiziona molto bene. La grande questione che si sta aprendo è che anche il manager che lavora bene in azienda, spesso, è in grado di selezionare bene i sotto-argomenti. La diretta conseguenza è che può fare a meno del copy».

Le caratteristiche di un testo di ChatGPT bene indicizzato non sono sempre le stesse: ciascun segmento di mercato ha dei contenuti con delle proprie specificità e chi conosce bene questi contenuti deve impostare l’AI in maniera molto precisa, attraverso le domande giuste. A quel punto, queste ultime possono addirittura tradursi direttamente in paragrafi. Ma le potenzialità di ChatGPT non si fermano qui: lo strumento produce di tutto, persino titoli clickbait o post per i social network. «L’altro giorno – ci racconta Francesco Margherita – ho chiesto titoli clickbait per un video di YouTube su un certo argomento. Oppure, ho fatto scrivere una poesia su un uomo anziano che ricorda l’amore perduto tanti anni fa, esattamente come se l’avesse scritta Foscolo. Ma Chat GPT, con le dovute accortezze, può fare un buon lavoro anche per i testi per i social network».

Come si evolverà il mestiere del copy

Il tema è: se tutti quanti, in futuro, utilizzeranno ChatGPT per scrivere articoli, per fare copy sui social network, per realizzare qualunque testo pubblicato sul web per qualunque argomento, quale sarà esattamente la differenza tra ciò che circola su internet? Ci sarà una specifica qualitativa? Ci sarà un contenuto che avrà più forza rispetto a un altro? E – se tutti i siti utilizzeranno lo stesso strumento per la produzione di contenuti – quale verrà indicizzato meglio? «A rigor di logica – spiega Margherita -, quando nello stesso segmento di mercato utilizzeranno la stessa tecnologia per scrivere di uno stesso argomento, Google farà meno attenzione al testo in sé (che sarà uguale su diversi siti), ma farà più attenzione ai link interni, alla leggibilità del sito, alla velocità di caricamento. Sarà il sotto-testo a fare la differenza e non il punto di vista dell’autore. Del resto, per chi ha problemi con un rubinetto rotto il punto di vista dell’autore del testo che spiega come ripararlo interessa ben poco rispetto al risultato finale».

Per Francesco Margherita, non ha senso porsi la questione etica su ChatGPT. Come ci ha spiegato, fabbri e ferrai che si occupavano degli zoccoli dei cavalli non hanno fatto una piega quando è stata inventata l’automobile. Il consiglio, tuttavia, è quello di far evolvere il mestiere del copy: «Se dovessi dare un consiglio ai copy, sarebbe quello di reinventarsi come istruttori di intelligenza artificiale e di lavorare tantissimo sulla keywords research. Il mestiere del futuro – come dico sempre – è l’AI Prompt Manager: bisogna istruire l’intelligenza artificiale, bisogna saperla impostare. Solo così si darà senso a un mestiere che, alla luce di questa rivoluzione, sembra essere destinato a cambiare completamente».

Share this article
TAGS