«ChatGPT non è come Baricco, ma», il Collettivo Roy Ming e la prima favola italiana scritta dall’intelligenza artificiale

"La volpe e il futuro" è una fiaba scritta completamente con la piattaforma di OpenAI. E le illustrazioni sono state realizzate con Midjourney

09/01/2023 di Enzo Boldi

È la storia di Saki, una volpe con la passione per la tecnologia. Vive in un bosco e trascorre le sue giornate insieme ad altri animali. Tra di loro c’è anche l’Orso Peppe che ha bisogno di accelerare la sua attività: la raccolta del miele. Ed ecco entrare in ballo la costruzione di un robot proprio per aiutare l’amico lento e goffo nel suo lavoro. Questo è il quadro in cui si inserisce una favola moderna per bambini. Una favola scritta grazie al supporto dell’intelligenza artificiale e degli strumenti che la rete mette a disposizione. È l’opera del Collettivo Roy Ming che ha sfruttato due piattaforme molto in voga negli ultimi mesi: da una parte ChatGPT (per la parte testuale), dall’altra Midjourney (per quel che riguarda la creazione delle immagini). Perché si tratta di una fiaba, destinata a un pubblico di minori (ma anche per gli adulti) illustrata.

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Un progetto molto interessante, soprattutto in un periodo storico in cui si sta cercando di avere risposte sul futuro del mondo digitale perennemente connesso. Luci e ombre che analizziamo quotidianamente, con il fine di scoprire le potenzialità e i limiti di queste innovazioni. E, senza alcun dubbio, il tema dell’intelligenza artificiale – in diversi ambiti – rientra tra gli argomenti più dibattuti nell’attualità che stiamo vivendo. Per questo motivo, la scrittura di un libro – in questo caso una favola animata per bambini – ci aiuta ad analizzare il tema della scrittura basata sull’AI.

Collettivo Roy Ming e il libro scritto con ChatGPT

Il progetto è stato raccontato, nei dettagli, dallo stesso Collettivo Roy Ming sul proprio sito ufficiale, con tanto di video esplicativo di come due piattaforme di intelligenza artificiale siano state utilizzate per redigere il canovaccio della storia raccontata anche per immagini. Qui, per esempio, viene mostrata parte delle interlocuzioni avute con ChatGPT.

La parte testuale, dunque, è stata realizzata dal Collettivo Roy Ming grazie all’interazione con ChatGPT e mettendo insieme – nel senso largo del termine – le risposte agli input inseriti. Per le immagini che vanno a corredo della favola “La volpe e il futuro”, invece, è stata utilizzata un’altra piattaforma di intelligenza artificiale: Midjourney.

Per la parte testuale, la fiaba non è stata modificata rispetto alle “indicazioni” scritte da ChatGPT (il lato “umano” è intervenuto solo per la suddivisione in paragrafi). Per quel che riguarda le illustrazioni, invece, c’è stata una selezione di immagini (senza alcuna modifica). Una scelta di quelle che si adattavano meglio alla storia raccontata. Insomma, “La volpe e il futuro” è realmente il primo libro italiano a esser stato scritto sfruttando al 100% tutto ciò che – a oggi – l’intelligenza artificiale ci offre sul web.

L’intervista

Abbiamo contattato il Collettivo Roy Ming per farci raccontare la genesi del progetto e la “collaborazione” tra la mano (e la mente) umana e quella digitale dell’intelligenza artificiale: «Abbiamo utilizzato questi due strumenti disponibili da qualche mese online. All’inizio era nato tutto per gioco, per sperimentare le potenzialità e i limiti dell’IA. Poi abbiamo deciso di utilizzare ChatGPT per scrivere questa favola, anche per dare uno spunto alla comunità degli autori». E non si tratta di un paradosso, ha spiegato Marco – uno dei componenti del Collettivo – a Giornalettismo, ma di un vero e proprio punto di partenza: «Occorre percepire le potenzialità di un’intelligenza artificiale di questo tipo che può essere utile come strumento per narrazioni nuove e per lavori creativi».

Ma non ci sono solamente luci. Ovviamente, il caso de “La volpe e il futuro” rappresenta un unicum trattandosi di una favola scritta interamente con ChatGPT e corredata da una narrazione visuale grazie alle immagini prodotte da Midjourney. E proprio questo ha messo in evidenza alcuni limiti: «Prima di questa piattaforma, l’intelligenza artificiale non era così buona. Ora, invece, si riescono a creare dei testi di senso compiuto. Ovviamente, però, utilizzandolo in modo approfondito salta all’occhio un dettaglio: la capacità di scrittura è pari a quella di uno studente del liceo. O, in alcuni casi, anche inferiore». Ma questo aspetto fa parte del principio alla base di OpenAI e non sorprende che i testi prodotti non siano a livello di grandi autori della storia e dell’attualità. Ma l’obiettivo del Collettivo Roy Ming è ben definito, e la loro prima “favola” è un esperimento in grado di dare una sferzata al pessimismo che spesso accompagna le novità digitali: «Noi abbiamo inserito i personaggi e la morale di questa fiaba e ChatGPT ci ha restituito il plot della storia che poi, ovviamente (proprio per la natura stessa della piattaforma, ndr) è stata completata dalle interazioni tra l’utente e l’intelligenza artificiale. La storia, di fatto, è stata creata da ChatGPT e potrebbe aiutare gli scrittori e gli artisti anche in futuro. Ovviamente, la resa non è quella di un Baricco». Ma era inevitabile pensare il contrario.

Perché la mens umana è, ovviamente, più flessibile. Maggiormente ricettiva agli stimoli e, per questo, è in grado di offrire delle risposte più variegate (anche attraverso un processo basato sui ragionamenti) anche per la creazione e la scrittura di una storia. Insomma, razionalità contro istinto freddo di un’intelligenza artificiale. E per questo lo stesso Collettivo Roy Ming sta già preparando la sua seconda opera. Questa volta l’AI sarà solamente un supporto e non il deus ex machina della trama (e della scrittura): «Stiamo pensando a uno nuovo libro, dove l’intelligenza artificiale ricoprirà solamente un ruolo di “ausilio“. Da lì trarremo la base, poi ci sarà un editing umano per vedere il risultato che riusciremo a estrarre da questa nuova esperienza. Perché con “La volpe e il futuro” aveva e ha un’obiettivo: evitare la demonizzazione dell’intelligenza artificiale e degli strumenti a disposizione, mostrando agli autori che esiste la possibilità di utilizzare ChatGPT (ma anche Midjourney) come un partner per fare brainstoriming».

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