Il rapporto tra genitori, minori e social network: cosa fare per garantire la sicurezza?

I social consentono l'iscrizione dei minori, ma cosa fanno per tutelare la loro sicurezza? In alcuni casi forniscono informazioni utili ai genitori per educare i minori al corretto utilizzo di questi mezzi, in altri casi hanno introdotto strumenti di parental control

30/01/2023 di Giordana Battisti

Il parental control– “controllo parentale” o anche “filtro famiglia”- è uno strumento utilizzato per proteggere i minori da eventuali rischi quando utilizzano Internet ma anche quando guardano la televisione utilizzando piattaforme come Netflix, per esempio. Lo scopo è evitare che vedano contenuti non adatti a loro e quindi potenzialmente dannosi. Il parental control permette a un genitore di monitorare l’attività di un minore online e di limitare o impedire l’accesso a un determinato sito Web o ai contenuti ritenuti non adatti. Questo strumento può essere utilizzato anche sui principali dispositivi mobili, come gli smartphone: in questo caso è possibile impostare un limite di tempo di utilizzo, selezionare quali applicazioni non si vogliono scaricare e in alcuni casi anche monitorare la posizione del dispositivo.

I principali social network, come Instagram e TikTok, consentono l’iscrizione dei minori di 18 anni e per questo hanno dovuto creare e sviluppare, nel corso degli anni, degli strumenti che rendono l’esperienza su queste piattaforme adatta anche ai minori e che consentono di tutelare la loro sicurezza.

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Cosa fanno i social per tutelare la sicurezza dei minori?

Alla fine del 2021 Instagram aveva comunicato che avrebbe introdotto «nuovi strumenti e nuove funzionalità» per aumentare lo standard di tutela della sicurezza dei minori. Nell’annuncio pubblicato sul proprio Blog, Instagram aveva scritto che avrebbe adottato «un approccio più rigoroso a ciò che raccomandiamo agli adolescenti sull’app», avrebbe impedito alle persone di taggare o menzionare gli adolescenti che non li seguono e che avrebbe lanciato la funzione Take a Break (“prenditi una pausa”) in alcuni Paesi. Inoltre, Instagram aveva comunicato che all’inizio dell’anno successivo avrebbe lanciato degli strumenti per coinvolgere i genitori o i tutori nelle attività dei minori online e che avrebbe realizzato un centro educativo rivolto proprio a loro, per aiutarli in questo compito.

Instagram ha realizzato la guida Come aiutare i tuoi figli a navigare su Instagram in sicurezza, disponibile in varie lingue, collaborando con «organizzazioni e aziende leader di settore». La guida in italiano è stata realizzata in collaborazione con Telefono Azzurro.

Instagram non prevede quindi l’introduzione di strumenti di parental control veri e propri che tra l’altro andrebbero a scontrarsi con il rispetto della privacy del minore che utilizza i social network: in ogni caso ci sono delle limitazioni previste e applicate da Instagram, come quella di rendere automaticamente privato ogni account di una persona minore di 18 anni che si iscrive a Instagram.

TikTok, invece, è spesso oggetto di critiche proprio perché in alcuni casi ha dimostrato di non essere in grado di tutelare correttamente i minori che utilizzano la piattaforma. Nel corso degli anni le inadempienze di TikTok hanno reso necessario l’intervento delle Autorità europee che si occupano di tutela della privacy. A gennaio del 2021, per esempio, il Garante per la protezione dei dati personali aveva rilevato alcune criticità nel funzionamento e nelle regole della piattaforma: l’inadeguata tutela dei minori al momento della registrazione, la mancanza di trasparenza nell’informativa sulla privacy e il fatto che il profilo pubblico fosse un’impostazione predefinita anche negli account dei minori, a differenza di quanto accade su Instagram. Anche TikTok ha una Guida per genitori e tutori e, a differenza di Instagram, consente l’utilizzo di strumenti di parental control interni all’app: un genitore può collegare il proprio account TikTok a quello di suo figlio, per esempio, e decidere «quali contenuti abilitare e quali impostazioni sulla privacy scegliere». Tra le varie possibilità c’è quella di impostare un limite di tempo massimo di utilizzo dell’app e di disabilitare la funzione “Ricerca”: strumenti utili, ma che possono causare divergenze tra genitori e figli che non vogliono accettare queste limitazioni o di dover essere controllati. 

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