Quali siti saranno automaticamente bloccati sulle SIM intestate ai minori
Mentre molti operatori sono già all'opera, le linee guida dell'AGCOM diventeranno effettive a partire dal prossimo 21 novembre
31/10/2023 di Enzo Boldi
Dal prossimo 21 novembre entreranno in vigore le linee guida dell’AGCOM che intervengono dove ha fallito il sistema del parental control. Perché per quel che riguarda la SIM intestate ai minori (in un altro approfondimento abbiamo spiegato come sarà possibile limitare gli stessi portali e contenuti anche su una scheda intestata a un adulto e utilizzata da un bambino/adolescente), saranno automatici i blocchi per alcuni siti. Un filtro all’accesso che impedirà la navigazione su determinate categorie di piattaforme.
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Si parla di contenuti etichettati come “inappropriati” per un pubblico minorenne che dovevano essere mitigati dal Parental Control, approvato dal Parlamento – sotto forma di emendamento – all’interno del Decreto Giustizia del 2020. Quella soluzione, però, è stata più volte elusa da alcuni operatori telefonici. Un’indagine dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha rivelato come, in molti casi, questo strumento per filtrare i contenuti navigabili sia stato reso a pagamento (andando contro quanto scritto nella legge) o altre problematiche (come il mancato automatismo). Dunque, nel febbraio scorso si è deciso per un intervento attraverso alcune linee guida che diventeranno effettive per tutti a partire dal 21 novembre 2023.
SIM intestate ai minori, i siti bloccati automaticamente
Nel testo della delibera di AGCOM c’è un elenco. Si tratta di otto categorie di siti che devono (e saranno) bloccati automaticamente sulle SIM intestate ai minori. Quindi, per tutte quelle schede telefoniche per smartphone che sono state registrate a nome di un adolescente.
- Contenuti per adulti: siti web riservati ad un pubblico maggiorenne, siti che mostrano nudità totale o parziale in un contesto sessuale pornografico, accessori sessuali, attività orientate al sesso. Siti che supportano l’acquisto online di tali beni e servizi.
- Giochi d’azzardo/scommesse: siti che forniscono informazioni o promuovono il gioco d’azzardo o supportano il gioco d’azzardo online e/o scommesse.
- Armi: siti che forniscono informazioni, promuovono o supportano la vendita di armi e articoli correlati.
- Violenza: siti che presentano o promuovono violenza o lesioni personali, comprese le lesioni auto-inflitte, il suicidio, o che mostrano scene di violenza gratuita, insistita o efferata.
- Odio e discriminazione: Siti che promuovono o supportano l’odio o l’intolleranza verso qualsiasi individuo o gruppo.
- Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute alla luce di consolidate conoscenze mediche: a titolo di esempio siti che promuovono o supportano l’anoressia e/o la bulimia, l’uso di sostanze stupefacenti illegali, di alcol o di tabacco.
- Anonymizer: Siti che forniscono strumenti e modalità per rendere l’attività online irrintracciabile.
- Sette: siti che promuovono o che offrono metodi, mezzi di istruzione o altre risorse per influire su eventi reali attraverso l’uso di incantesimi, maledizioni, poteri magici o essere soprannaturali.
L’elenco, dunque, è piuttosto variopinto e offre un ampio spettro di intervento tra tutti quei siti che saranno bloccati automaticamente sulle SIM intestate ai minori. Ma ci sono ancora delle questioni irrisolte e, probabilmente, non risolvibili.
Le problematiche
Il mondo navigabile di Internet attraverso uno smartphone (o un tablet) non si limita esclusivamente ai siti web. Nel corso degli ultimi anni, infatti, si ragiona sempre più su piattaforme e app. I social network ne sono un esempio. Il blocco automatico di alcuni portali (seguendo le categorie prescritte dalle linee guida di AGCOM), è la soluzione solamente a una parte del problema. Resta, infatti, tutto quel sommerso che risponde al nome delle chat. Da Whatsapp a Telegram. Si tratta di due applicazioni che consentono di scambiarsi messaggi attraverso canali e gruppi (ma anche chat singole). Ed è lì che neanche le indicazioni dell’Autorità (e l’intervento diretto degli operatori telefonici) sembrano poter intervenire. Eppure, come la cronaca racconta, spesso e volentieri tutte quelle categorie indicate dall’AGCOM si ritrovano, per esempio, su Telegram: dai contenuti pornografici (compresa pedopornografia e revenge porn) alle scommesse, passando per video e foto di violenza, odio e discriminazione. Questo intervento, purtroppo, non riuscirà a mitigare questo problema visto che si tratta di una limitazione automatica solamente dei siti web.