Alla fine la Russia ha multato Twitter

Sanzione da 3,2 milioni di rubli per non aver provveduto alla cancellazione di contenuti ritenuti "vietati"

03/04/2021 di Enzo Boldi

Il tema non sono i soldi, ma le motivazioni. Leggendo la sentenza emessa dal Tribunale di Mosca nei confronti del social di Jack Dorsey, appare evidente come la questione non sia economica, ma formale. Da circa un mese, infatti, la Russia sta prendendo provvedimenti nei confronti di Twitter, con quest’ultimo accusato di non rimuovere contenuti considerati “vietati” dalle autorità. Una sanzione irrisoria, considerando i flussi di denaro generati dal social network. L’accusa è di non aver oscurato in tempo contenuti che incitano al suicidio tra i minori e la pedopornografia. Due problemi evidenti su molte piattaforma. Ma dietro la Russia multa Twitter c’è anche altro. E si parla di politica e sociale.

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Partiamo dai fatti. Come riporta la Reuters, il tribunale di Mosca – su spinta l’agenzia per le comunicazioni del Cremlino Roskomnadzor che già il 10 marzo aveva annunciato un rallentamento del social network su tutto il territorio russo – ha inflitto una sanzione da 3,2 milioni di rubli a Twitter. Si parla, al cambio, di poco più di 42mila dollari. Secondo Nbc News, inoltre, questa multa si aggiunge ad altre due comminate dai giudici russi nei confronti dell’azienda di Jack Dorsey, per un totale di 8,9 milioni di rubli (circa 117mila dollari). Soldi. Tanti per un normale cittadino. Pochi, anzi pochissimi, per un’azienda dal fatturato annuo miliardario.

Russia multa Twitter per non aver rimosso contenuti “vietati”

Il tema è molto delicato. Twitter ha deciso di non commentare, almeno per il momento, la decisione del tribunale di Mosca. Le accuse mosse dal Cremlino sono molto gravi e, una parte di tutto ciò lo denunciammo anche noi sulle pagine di Giornalettismo esattamente un anno fa. Pedopornografia e gruppi di pedofili che si scambiavano materiale (foto e video) online, alla luce del sole. Insomma, si tratta di una palese cattiva gestione da parte del social network.

I rapporti tesi

Ma il caso della Russia multa Twitter ha anche altre radici che vanno oltre le recenti sanzioni. All’inizio dell’anno, proprio le autorità del Cremlino avevano attaccato le piattaforme social, ree di non aver oscurato e censurato tutti quei post in cui si incitavano i cittadini a scendere in piazza per manifestare contro Vladimir Putin chiedendo il rilascio di Alexei Navalny. E in quei giorni ci fu la più grande manifestazione degli ultimi dieci anni in Russia. Insomma, le radici di un rapporto mai decollato vanno trovate anche lì.

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