L’ipotesi della limitazione del porno ai minori in Italia: da soluzione a rischio

Di limitazione del porno per i minori si parla di recente, in Italia, legando la fruizione dei ragazzi a casi come lo stupro di Palermo e quello di Caivano. Come vuole procedere il governo italiano?

10/09/2023 di Redazione Giornalettismo

«Dobbiamo rendere i siti responsabili della certificazione dell’età ma senza affidare loro i dati degli utenti. Ci serviremo di servizi terzi che dovranno monitorare l’applicazione della legge»: queste, in breve, le intenzioni manifestate dalla ministra Roccella e dal governo Meloni quando si tratta di limitazione dell’accesso al porno ai minori, che potrebbe sostanziarsi con l’utilizzo dell’app Yoti. Si tratta di una strada – quella della limitazione porno – che, in altri Paesi, è già stata percorsa e che porta inevitabilmente una serie di conseguenze non volute; tra queste la più importante è quella che mette a rischio la privacy degli utenti che, tra le altre cose, potrebbero essere profilati a livello governativo secondo il criterio dell’orientamento sessuale (e questa è anche la ragione per la quale il Texas ha scelto di non applicare la legge in vigore ora in Louisiana).

La limitazione porno rimane comunque aggirabile

Lo stesso rischio per la privacy dei dati utente si correrebbe affidando la agev erification alle piattaforme che trasmettono contenuti porno. Rimane pur vero – come abbiamo analizzato – che esistono molti altri modi, per minori e non, di accedere a contenuti per adulti senza passare per i siti porno: dalle VPN ai social network stessi, passando per realtà come Telegram che – per loro stessa natura – possono risultare ancor più problematiche.

Intanto dal prossimo novembre, come prevede la delibera dell’AGCOM ai sensi di una legge approvata dal governo italiano nel giugno 2020, entrerà in vigore l’obbligo di fornire la possibilità di parental control agli utenti da parte di operatori di telefonia fissa e mobile.

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