Altri Paesi hanno limitato il porno ma ci sono seri dubbi sulla privacy violata dallo Stato

Negli altri Paesi l'aspetto più problematico della limitazione del porno è il fatto che i governi avrebbero accesso a informazioni estremamente sensibili che permetterebbero, per esempio, di profilare secondo l'orientamento sessuale

06/09/2023 di Ilaria Roncone

L’Italia non è il primo Paese che punta ad attuare la limitazione porno per i minori. In altri posti del mondo la misura è già stata pensata e messa in pratica. Facciamo qualche esempio: c’è la vicina Francia, nella quale si lavora all’identificazione dei minori che vogliono accedere ai siti porno, e ci sono casi come quello del Texas e quello della Louisiana (che, tra l’altro, abbiamo già citato in un altro articolo di oggi per far meglio comprendere cosa succede quando si limita il porno e quali siano le effettive conseguenze al di là di quelle desiderate).

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Limitazione porno: cosa sta succedendo in Francia

La soluzione di affidare la verifica dell’età a terzi – quella messa in campo da Roccella – è ciò a cui si lavora in Francia già da diverso tempo. Il 17 gennaio 2023 è stata depositata in Assemblée Nationale una proposta di legge che punta a limitare l’utilizzo dei social network a tutti i minori di 15 anni. Oltre a questo, lo scorso giugno è stato reso noto che Parigi sta lavorando a uno strumento che imponga la certificazione della maggiore età di chiunque voglia accedere a un sito porno. Lo strumento a cui lavora il governo dovrebbe entrate in azione questo autunno.

Negli Usa, tra Louisiana e Texas

Partiamo dal caso della Louisiana. Lo scorso gennaio è entrata in vigore la legge che obbliga tutte le piattaforme che presentino contenuti pornografici per almeno il 33,3% del totale a verificare l’età degli utenti che vogliono fruirne. Il sistema di age verification è stato approvato dal governo statale, che ha scelto di usare il sistema AllpassTrust basato sull’identità digitale LA Wallet. Questo sistema promette di proteggere l’identità dell’utente poiché funziona chiedendo accesso unicamente al dato dell’età e a nessun altro. Questa idea è stata replicata poi anche nello Utah.

Rimane pur vero, però, che nonostante tutte le garanzie che si possano fornire – e di questo abbiamo parlato anche con l’avvocato Alessandro Polidoro, responsabile dell’azione contro PornHub di #StopDataPorn – la raccolta di dati relativi alla fruizione del porno crea moltissimi rischi tra cui quello, in determinati Paesi, di raccogliere una mole di dati che possano dare indicazioni sull’orientamento sessuale degli individui.

Ed è qui che arriviamo al Texas: la stessa legge che è in vigore in Louisiana in Texas non ha trovato spazio proprio per via di questi dubbi sulla privacy. A tal proposito si è espresso il giudice federale David Ezra: «La legge consentirà al governo di scrutare gli aspetti più intimi e personali della vita delle persone. Si corre il rischio che lo Stato possa monitorare quando un adulto visualizza materiali sessualmente espliciti e che tipo di siti web visita».

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